CONTINUANO LE BOMBE SU GAZA

 

Quanti bambini ha il diritto di uccidere Israele per vendicarsi?

 

da: Ajintem.com; 23.7.2014 

 

 

 

Che ci siano vittime mortali di primo grado e morti di secondo (e di terzo, di quarto….) viene tragicamente dimostrato questa domenica con il trattamento delle informazioni delle mattanze di civili a Gaza. 

 

La quasi totalità dei mezzi di comunicazione occidentali hanno aperto le loro pagine e i telegiornali con la situazione in Ucraina orientale dopo l’abbattimento dell’aereo passeggeri di tre giorni fa, mentre hanno passato in secondo piano il massacro di civili commesso dall’esercito israeliano nel quartiere di Shayahià di Città di Gaza. Su TVE si è anche definito “battaglia” il bombardamento massiccio dell’Aviazione contro una zona sovrappopolata, che ha ucciso più di 80 innocenti, in maggioranza donne, bambini e anziani. 

 

Grandi spazi televisivi e innumerevoli pagine scritte sono state dedicate a narrare la tragedia di familiari e amici dei morti del volo MH-17. Ma le brevi cronache degli inviati speciali nella Striscia, giornalisti che tentavano di sintetizzare l’orrore della catastrofe umanitaria intorno a loro, erano le uniche denunce dell’atrocità che Israele stava commettendo in quel gigantesco campo di concentramento all’aria libera.

 

E nessun mezzo di informazione si è preso la briga di raccontare le tragiche storie personali delle famiglie mutilate da questi crimini di guerra.

 

Le vittime palestinesi non erano altro che fredde cifre, solo numeri di danni collaterali in un’operazione militare difensiva.

 

 Che l’abbattimento del Boeing 777 della Malaysia Airlines sia una mostruosità nessuno lo può negare. Tuttavia molto indica che il lancio del missile che lo ha abbattuto è stato un errore fatale di quelli che in quel momento maneggiavano batterie aeree in una zona di guerra il cui spazio aere avrebbe dovuto essere chiuso molto prima ai voli commerciali. 

 

Invece la pioggia di fuoco che cade incessantemente sulla popolazione palestinese disarmata e indifesa è premeditata e viene scaricata per ordine delle più alte autorità militari e governative di uno Stato che si dichiara democratico .... oltre ad autoproclamarsi “ebreo” e ad esigere che come  tale lo riconoscano i palestinesi espulsi dalle loro terre perché l’occupante israeliano costruisse là la sua nazione. 

 

La terribile operazione Margine Protettore ha la sua origine nel criminale sequestro e assassinio di tre adolescenti israeliani in un insediamento ebreo in Cisgiordania. E la vendetta del Governo di Israele è stata tanto sproporzionata e spietata come sempre, fino ad essere anch’essa criminale, perché in fondo esso crede che la vita di un solo ebreo valga molto di più di quella di cento arabi.

 

Questo è quanto ha dimostrato la precedente operazione Piombo Fuso, che ha causato nel 2009 un’immensa catastrofe umana nella Striscia, oltre a uccidere circa 1.400 palestinesi (più della metà civili, compresi centinaia di bambini e di donne) per vendicare la morte di pochi israeliani (in realtà in tutto il 2008 morirono 4 persone a causa dei missili caserecci lanciati da Gaza, anche se poi nell’offensiva caddero altri 13 soldati). 

 

Il rapporto del comitato dell’ONU incaricato di investigare su quella atrocità (non perpetrata da gruppi terroristici o da fanatici armati, ma dal potente esercito regolare di uno Stato di diritto), presieduto dal giudice sudafricano Richard Goldstone, affermava che – durante Piombo Fuso – “sono stati commessi dalle Forze Armate israeliane crimini di guerra e probabilmente anche crimini contro l’umanità”, che “hanno violato le leggi internazionali e la IV Convenzione di Ginevra”. 

 

Questo ha scosso le coscienze anche di molti ebrei, che hanno conosciuto attoniti  il rapporto interno delle stesse Forze di Difesa di Israele e dell’intelligence militare, secondo il quale 1.166 palestinesi risultarono morti nell’operazione: 709 di loro terroristi, 162 persone che potevano o no essere armate e 295 passanti (80 minori di 16 anni e 46 donne).

 

Forse l’assassinio di circa 300 civili, compreso dozzine di donne e bambini, non costituisce un motivo per cominciare la ricerca dell’anima di una nazione?”, si chiedeva allora il noto giornalista israeliano Gideon Levy sulle pagine di Publico. 

 

Sembra invece di no.

 

Più di cinque anni dopo, nessun militare o politico israeliano ha pagato per una tale carneficina, e il falco Netanyahu – che si dimise dal governo Sharon per opporsi alla ritirata da Gaza nel 2005 – si sente legittimato dal suo fedele alleato statunitense a lanciare un’altra operazione di castigo collettivo contro tutta la popolazione civile di una  Striscia sottomessa da sette anni da un blocco paragonabile solo agli assedi del Medio Evo.

 

Perché, oltretutto, con l’operazione Piombo Fuso, Israele ha distrutto completamente il 22% delle installazioni di acqua corrente della Striscia e più della metà sono rimaste seriamente danneggiate. Dopo quella operazione continuava a funzionare solo il 13% delle linee telefoniche. Migliaia di edifici, case, suole e ospedali, erano stati distrutti. Il danno che Israele inflisse premeditatamente a migliaia di civili fu smisurato. 

 

Come possono gli alleati di Israele affermare che lo Stato ebreo ha “diritto” di perpetrare una tale distruzione, di commettere simili massacri di donne, ragazzi e anziani?

 

Quanti bambini crede Israele di avere il diritto di uccidere per vendicarsi degli attentati di Hamas?

 

Forse troveremo la risposta in questo dato: dal settembre del 2000 a prima che cominciasse questa spaventosa operazione Margine Protettore, le Forze di Difesa di Israele avevano già dato la morte a 1.540 bambini palestinesi. Ora superano la cifra dei 1.600 bambini assassinati. 

 

Come osano parlare di “propria difesa”? 

 

(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

 

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

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