TORRI GEMELLE

Risolto l’enigma delle torri gemelle

di Manuel E. Yepe (*), da: cubadebate.cu

 

La ridicola farsa in cui si è trasformata la notizia dell’assassinio di Osama Bin Laden permette di stabilire con certezza che la versione della guerra contro il terrore scatenata dall’élite del potere degli Stati Uniti contro il mondo era una grande menzogna, dall’inizio alla fine. E’ insultante per l’intelligenza umana che si voglia far credere che l’uomo più ricercato dalla potenza militare tecnologicamente più avanzata del pianeta vivesse tranquillamente, con sua moglie e alcuni figli piccoli, in una casa di Abbottabad - molto vicina ad Islamabad, capitale del Pakistan, un paese che è uno stretto alleato di Washington - a 3 km. da una importante accademia militare.

Ancor di più quando si informa che è stato colpito, disarmato e solo, da un commando specializzato statunitense trasportato in elicottero, che ha assaltato la sua dimora quando egli ha cercato di resistere all’arresto e che il suo cadavere è stato gettato in mare perchè presentava un aspetto molto sgradevole e avrebbe potuto servire a nuove minacce alla sicurezza degli Stati Uniti.

 

Quando, il 2 maggio 2011, il presidente Obama ha informato che gli Stati Uniti avevano portato a termine “un’operazione che ha ucciso Osama Bin Laden, leader di Al Qaeda”, si chiudeva il capitolo finale di una delle più ripugnanti simulazioni della storia.

 

Non bisognerebbe definire commedia una tragedia che è costata la vita, inizialmente, a circa tremila civili statunitensi e quindi quella di non meno di un milione di abitanti di paesi del Medio Oriente – uomini, donne, vecchi e bambini – in asimmetrica vendetta contro il preteso autore intellettuale di quella barbarie.

Anche se si accettasse l’idea che l’attacco dell’11 settembre fosse stato opera di un fanatico, è inaudito che la vendetta contro un individuo porti all’occupazione di due nazioni indipendenti che non ospitavano o non erano la patria di quel malvagio terrorista, ad un costo di vari bilioni di dollari e migliaia di perdite di vite statunitensi. Molto più inaudito sapendo che l’organizzazione Al Qaeda aveva allora solo 430 membri e forse nessuno in Iraq e Afganistan.

E’imbarazzante che l’abominevole atto terroristico che ha giustificato la guerra contro Osama Bin Laden abbia dimostrato di essere una atroce creazione, con obiettivi di politica estera ed interna più macabri ancora di altri come l’esplosione della corazzata Maine nella baia dell’Avana, l’attacco a Pearl Harbor e gli incidenti nel golfo del Tonchino, che rispettivamente servirono a giustificare le guerre contro la Spagna nel 1898, contro il Giappone nel 1941 e contro il Vietnam nel 1964, per citare solo le menzogne statunitensi più famose.

 

Tramite il controllo assoluto della stampa corporativa, la cupola statunitense esercita una dittatura mediatica a cui si deve l’ingenuità con cui l’opinione pubblica accetta le versioni ufficiali di fatti tali come l’uccisione di John F. Kennedy. Per questo è prevedibile che, riguardo a questo perverso agire dell’impero contro il proprio popolo contro il mondo per una decina di anni, l’opinione pubblica statunitense tardi a conoscere la verità.

 

La serie di menzogne che due successive amministrazioni degli Stati Uniti hanno utilizzato per guadagnarsi l’appoggio alle guerra e portare la cittadinanza degli Stati Uniti al bordo del fascismo, offende la dignità dei buoni statunitensi che, oltre che piangere i propri soldati morti e mutilati, sopportano con vergogna la condanna di tutto il mondo per i massacri di civili, bambini e anziani, e per gli scandali sulle torture ai prigionieri che stanno compromettendo le forze armate del loro paese.

Ancor più perché, a partire dai fatti dell’11 settembre, si è moltiplicato in quel paese il numero di persone che hanno visto diminuire i propri diritti civili e politici per motivi di affinità politica, colore della pelle, provenienza sociale o condizione di immigrante.

 

A 10anni dalla tragedia delle torri gemelle del World Trade Center, molti interrogativi che suggeriscono che l’azione terroristica fu pianificata, organizzata e messa in atto con complicità a livello della Casa Bianca rimangono fuori dal contenuto informativo dei mezzi stampa corporativi che orientano l’opinione pubblica statunitense e, in buona misura, quella mondiale.

Continuano a non avere risposta “dettagli” tanto importanti come se i supposti aerei attaccanti non fossero in realtà aerei/missile con esplosivi sulle ali e nei serbatoi di benzina diretti tramite controllo remoto da computers e agendo in combinazione con sistemi di demolizione controllata, dato che è noto che il collasso delle torri gemelle fu in primo caso in tutta la storia di un grattacielo d’acciaio che cade distrutto in quel modo da un incendio, tra molte altre domande.

 

Adesso si aggiungono anche le circostanze dell’assassinio di Osama Bin Laden (di cui, ancora oggi, ci si chiede se sia veramente esistito), ma per qualsiasi persona capace di mantenere un’opinione propria, l’enigma che si è risolto con chiarezza è che i drammatici fatti dell’11 settembre 2001 a New York e la guerra contro il terrore con le sue sequele di morti e sofferenze sono uno spettacolare montaggio per il quale, prima o poi, l’Umanità dovrà presentare il conto ai suoi promotori, esecutori e complici.

 

 

traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

 

 

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