Elezioni israeliane

 

L’unico ghetto ebreo in Medio Oriente

 

di Gilad Atzmon (*); da: rebelion.org; 22.9.2019

 

 

 

I risultati delle elezioni israeliane di martedì (vinte dalla Lista Azzurro e Bianco dell’ex capo di stato maggiore Benny Gantz con 33 parlamentari sui 31 ottenuti dal Likud di Netanyahu, in un parlamento che prevede 120 parlamentari  e 61 scranni per eleggere il primo ministro, n.d.t.) hanno confermato ciò che molti di noi sanno da tempo. Lo Stato ebreo è un pantano di nazionalisti di ultra-destra. Israele è più fanatico che mai. Non c’è un solo partito ebreo israeliano di sinistra. Il Partito Democratico è diretto e consigliato da un criminale di guerra. Quello che resta del Partito Laburista di Israele ha ben poco a che vedere con la pace, l’armonia e la riconciliazione. Di fatto anche questo partito è diretto da una persona accusata di crimini di guerra.

 

 

 

Così come stanno le cose, nonostante il blocco di destra di Bibi (Netanyahu, n.d.t.) si sia ridotto, Israele è più  a destra che mai. Il primo ministro israeliano con più anni di servizio non può formare la sua illegittima coalizione religiosa di destra.

 

La maggioranza dei commentatori israeliani è d’accordo sul fatto che l’unico modo di uscire dalla stagnazione politica attuale è con un ampio governo ultra-nazionalista composto dal Likud, da Azzurro e Bianco e da altri. Questa coalizione verrà negoziata nei prossimi giorni dal rabbioso fanatico nazionalista Avigdor Lieberman, che si è abilmente trasformato in quello che può fare il re di Israele

 

 

 

Anche se Netanyahu ha dimostrato di essere abbastanza cauto nel dispiegamento delle vaste forze militari di Israele, abbiamo buone ragioni per credere che una coalizione diretta da Azzurro e Bianco e dai suoi generali dell’esercito, da Liberman e Netanyahu può essere meno esperta in tali manovre.

 

I componenti del prossimo governo di Israele sono destinati a competere tra loro per il titolo di “signor sicurezza”. Saranno decisi a ristabilire il “potere di dissuasione” israeliano sparito da molto tempo e, presumibilmente, premeranno per misure discutibili che probabilmente porteranno la regione ad una macelleria.

 

 

Questo è stato scritto sul muro da molto tempo: Israele, che nacque per emancipare gli ebrei dalla condizione della diaspora, per sostituire il ghetto ebreo e sradicare la mentalità del ghetto, non solo ha fallito nella sua missione; è maturato nell’epitome (riassunto, n.d.t.) di un ghetto. Si è circondato degli enormi muri del ghetto. Odia i suoi vicini e, come c’era da aspettarsi, non è certo amato da loro.

 

Il ghetto ebreo sulla costa palestinese assomiglia, a molti livelli, al suo antecedente nell’Europa dell’Est. Gli ebrei di Israele sono uniti dai loro sentimenti ostili verso i loro vicini, anche se sono completamente in disaccordo tra loro su quasi tutto il resto. Ancora una volta mi viene in mente la vecchia barzelletta yiddish: “Di quante sinagoghe c’è bisogno in un villaggio con un solo ebreo? Di due, una per andarci e l’altra per boicottarla”. Gli ebrei si definiscono non solo per quel che sono o per quello che credono di essere, ma anche per quello che odiano o che affermano di odiare.

  

Israele non è preoccupato della mancata realizzazione della vecchia promessa sionista di “civilizzare” gli ebrei tramite il “ritorno a casa” per trasformarli in “persone come tutte le altre persone”. Per più di tre decenni Israele ha definito se stesso come Stato ebreo. Israele non è lo Stato dei suoi cittadini. Israele è lo Stato degli ebrei, sia quelli israeliani che quelli della diaspora.

 

Israele è uno Stato che fa applicare le leggi razziali e che ha istituzionalizzato la discriminazione contro il popolo della terra, i palestinesi.

 

 

A differenza degli ebrei israeliani che sono divisi sulla loro politica, i palestinesi sono più che mai uniti, e non solo a Gaza. Ancora una volta la Lista Congiunta Araba è il terzo partito più grande della Knesset (il parlamento israeliano, n.d.t.), Se il Likud e Azzurro e Bianco riescono a formare un governo di unità nazionale, il partito arabo guiderà l’opposizione alla Knesset. Il partito arabo non solo ha unito i palestinesi di Israele, ma è anche l’unico partito di sinistra nel Parlamento israeliano.

  

Si è detto che il partito si è esteso elettoralmente martedì perché i pochissimi ebrei israeliani che aderiscono ai valori universali di sinistra hanno dato il loro voto al partito arabo.

 

E’ qualcosa di più che simbolico il fatto che l’unica forza politica umana e universale nel ghetto israeliano sia un partito palestinese.

 

 

(*)  Scrittore, musicista e attivista anti-sionista israeliano. Vive a Londra)

 (traduzione di Daniela Trollio

 Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

 Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

 

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