EDITORIALE del giornale "nuova unità"

Editoriale del Giornale "NUOVA UNITA' " n. 5
La fascistizzazione è sempre più evidente
Andare oltre l'attività sindacale per diventare protagonisti della politica che costruisca un futuro con un sistema sociale socialista, cioè solidale e non per ingrassare i capitalisti
Agosto è stato un mese caldo non solo dal punto di vista climatico. E non è stato di riposo per molti lavoratori. È stato invece caratterizzato da numerose morti sul lavoro; da presidi operai come alla Bakaert di Figline Valdarno - dove 318 operai spremuti come limoni con contratti sempre più al ribasso che hanno permesso all'azienda di realizzare grandi profitti - hanno ricevuto la lettera di licenziamento perché la multinazionale belga, ex Pirelli, ha deciso di delocalizzare in Repubblica ceca dove i profitti aumenteranno ulteriormente. È continuato il presidio a Piombino degli operai ex Lucchini con il Camping 1 Cig - che insieme ai dipendenti Bekaert - hanno portato un buon contributo alla Festa di "Partigiani sempre" che si tiene ogni anno a Viareggio. I ferrovieri si sono mobilitati contro la firma dello scandaloso contratto che tende a dividere l'unità dei lavoratori tra FS e Italo. In molti hanno passato i mesi estivi con l'incubo della disoccupazione in seguito allo stallo di varie trattative, Ilva in primis.
La caduta del ponte Morandi a Genova - che ha aumentato la lista dei morti sul lavoro - ci riporta ad altre circostanze. Nel 1999, l'anno del governo D'Alema, quando crollavano i ponti serbi sotto i bombardamenti da aerei decollati dall'Italia veniva ceduta ad un gruppo di azionisti privati la proprietà pubblica della Società Autostrade che gestiva anche il ponte Morandi. Ovvero come agevolare gli interessi dei privati alla continua ricerca del massimo profitto. Il Morandi non è il primo ponte a crollare. Negli ultimi 3-4 anni sono decine i ponti ceduti e, per logica, non sarà l'ultimo però sono eventi che permettono ai politici di ogni risma di piangere lacrime... di coccodrillo e affermare la loro propaganda demagogica.

È morto Marchionne, il nemico degli sfruttati di tutto il mondo, colui che ha incassato i soldi degli ammortizzatori sociali per poi portare le fabbriche in altri paesi, ciononostante è stato, in men che non si dica, sostituito dai suoi amici con l'a.d. Manley che sposterà FCA sempre più verso gli USA. I mezzi di informazione lo hanno santificato, ma gli operai non hanno pianto. Il modello industriale Marchionne ha fatto carta straccia dei diritti dei lavoratori, del CCNL e del principio di rappresentanza sindacale all’interno delle fabbriche, esteso sul piano nazionale. La cosiddetta “newco” Fabbrica Italia è andata rovinosamente in cassa integrazione e poi è miseramente fallita dopo appena 7 mesi dall’avvio. L'arroganza padronale di Marchionne ha in gran parte colpito i delegati e i lavoratori più combattivi con l'arma del licenziamento, della cassa integrazione, dei reparti-confino o delle sanzioni disciplinari. Ha licenziato 5 operai alla Fiat di Pomigliano per avere inscenato davanti all'azienda il suo suicidio in contrapposizione ai lavoratori che si erano tolti la vita in seguito alle difficoltà provocate dal loro licenziamento, Operai oppressi in fabbrica e costretti a condizioni materiali e psicologiche di indigenza, impossibilitati a mantenere la propria famiglia.
Il reazionario Salvini ha mostrato i muscoli contro gli sbarchi degli immigrati, sequestrandoli e respingendoli in quella Libia distrutta dall'imperialismo dove sono torturati e le donne stuprate, monopolizzando l'attenzione sul "prima gli italiani" - che non vale per gli italiani sgomberati dall'occupazione delle case - incanalando l'odio verso gli stranieri - compresi quelli che sono supersfruttati da padroni e caporali nelle campagne del Sud e che muoiono come nell'incidente del 4 agosto -. Alimentando tensioni sociali, in combutta con il nazista ungherese Orban incontrato a Milano. Salvini, tra le varie elucubrazioni sulla famiglia, si è lanciato sull'"esplosione di aggressioni" da parte di pazienti psichiatrici. Altre notizie false perché il 95% dei reati violenti commessi è attribuibile a persone "normali", tace, invece, sullo sfascio progressivo del sistema assistenziale che conta su circa il 3,5% della spesa sanitaria mentre altri paesi - Francia, Spagna, Germania, Gran Bretagna - vi investono il 10/15%.

 

La politica del governo Conte-Salvini-Di Maio distrugge le libertà e i diritti conquistati con la Resistenza e le lotte operaie, e si dibatte tra decisioni populiste, ondeggianti e superficiali, retromarce, correzioni delle dichiarazioni, annunci demagogici, proposte palliative volte a frenare le situazioni di difficoltà delle masse, lasciando la disgregazione in cui ci troviamo nell'ambito dello Stato borghese.
C'è una particolare attenzione verso le forze di polizia, che aumenteranno di numero e di stipendio e saranno munite di nuove armi - armi che non saranno "innocue" e utili per la sicurezza come vogliono farci credere -, ma che saranno utilizzate contro le inevitabili manifestazioni di protesta: politiche, sindacali, studentesche. Contro quei settori che la borghesia condanna ad una vita di sempre maggiori problemi: di lavoro, di salute, di casa ecc.
E il processo di fascistizzazione si fa ogni più evidente e avanza verso un ulteriore salto qualitativo che aprirà le porte al fascismo.
Sono ridicoli i patetici "consigli" di un riesumato Veltroni o la finta opposizione del PD che, nel suo governo - ha remato contro il proletariato a favore del grande capitale e degli interessi dell'Ue, degli Usa, di Israele e della Nato -, né i tentativi di fusione tra i pezzi sparsi della "sinistra".
La crisi c'è. C'è il costante aumento del costo della vita: dagli alimentari alle bollette, dai servizi ai trasporti, dai carburanti alle tasse. Eppure non se ne sente più parlare, di conseguenza non si sente più parlare neppure della parola d'ordine basata sul fatto che non devono essere gli operai, i cassintegrati, i disoccupati a pagare la crisi insanabile della borghesia.
La borghesia promette progresso e benessere che non trova riscontro nella relatà perché nel capitalismo non c’è alcuna possibilità di una esistenza degna di questo nome. Anche questo governo - asservito agli USA, alla UE, ai sionisti e al Vaticano - non migliorerà né cambierà la difficile situazione del proletariato e delle masse popolari perché prima di tutti non ci sono gli italiani, ma gli imprenditori e il loro capitale. Ci sono gli interessi del complesso militare industriale (che sta modernizzando le armi nucleari), che impone l'acquisto di armi da guerra e l'aumento del Pil al 2% per l'appartenenza alla Nato, alla quale anche questo governo "del cambiamento" ha confermato la fiducia. È il sistema ad essere fallimentare per la stragrande maggioranza della popolazione, per la classe lavoratrice, un sistema che non si può riformare tantomeno abbellire.
C’è un’unica possibilità per liberarci da tutti i pericoli, dall'oppressione, dalla repressione, dalla guerra che ci riguarda sempre più da vicino a causa delle contraddizioni tra le potenze imperialiste nel contesto della crisi mondiale. È la lotta di classe.
Una lotta di unità: fabbrica-territorio, di unità di classe tra tutti gli operai delle numerose fabbriche in lotta che mettano fine all’odiosa delega che ha portato al distacco dei vertici sindacali dalle esigenze dei lavoratori. Unità di classe contro le divisioni che indeboliscono il movimento operaio come quelle in occasione degli "scioperi nazionali" indetti dai vertici dei sindacati di base per soddisfare la propria autoferenzialità, limitati perché non in grado di bloccare il paese, ai quali aderiscono solo i militanti (e non sempre tutti) ma che non coinvolgono l'insieme della classe lavoratrice. Scelte che demotivano lo sciopero stesso e che invece di restituire fiducia nella lotta producono disorientamento e demoralizzazione.
È indispensabile andare oltre l'attività sindacale e le rivendicazioni immediate, comunque necessarie, e dotarsi di strumenti adeguati per diventare protagonisti della politica - quella vera, non istituzionale - che liberi dalle catene dello sfruttamento capitalistico e costruisca un futuro basato su un sistema sociale socialista, cioè solidale e non per ingrassare i capitalisti.

 

 

 

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