BOMBARDAMENTI USA IN SIRIA

Bombardamento USA in Siria: tre riflessioni che incitano alla prudenza

di Michel Collon (*)

1. Riflettere con prudenza!

Quando veniamo bombardati con informazioni su un “massacro” che serve a giustificare i bombardamenti degli USA, è sempre importante ricordare i precedenti.

Nel 2003 le “armi di distruzione di massa” erano già servite come pretesto a George Bush per sprofondare l’Iraq nell’inferno. Allora dicevamo: è una menzogna dei mezzi di comunicazione, e non ci hanno creduto. Ora tutto il mondo lo riconosce ma, per gli iracheni, è troppo tardi.

Nel 2013 si accusò Damasco. Però l’inchiesta ufficiale delle Nazioni Unite (che senza dubbio è stata piuttosto inquinata dagli USA) si è conclusa con l’impossibilità di stabilire la parte responsabile. Invece il MIT (Istituto di Tecnologia del Massachusetts, USA) ha attribuito l’attacco ai ribelli.

Nei miei libri ho spiegato come ogni guerra sia preceduta da una grande menzogna da parte dei media (Vietnam, Panama, Iraq, Yugoslavia, Palestina, Afganistan, Libia, Siria, Costa d’Avorio). Questa è una tecnica per scaldare l’opinione pubblica; conviene non forsi manipolare senza riflettere. 

2. Chi ha interesse a questa provocazione?

Non essendo io sul luogo, non pretendo di sapere cosa è successo. D’altra parte,  NESSUNO può affermarlo con certezza. Sarebbe necessaria un’inchiesta, imparziale, il che prenderebbe del tempo. Osservo che sulla rivista francese Challenges, ieri, gli esperti militari francesi mettono in discussione la responsabilità dell’esercito siriano.

La prima domanda da farsi è: chi ha interesse in questo? Qual è la situazione attuale in Siria? Le organizzazioni terroristiche perdono via via sempre più terreno. Al-Nusra aveva occupato varie dozzine di città intorno ad Hama, ma la controffensiva dell’esercito siriano aveva liberato l’85% dei territori persi e avanzava verso le basi di Al-Nusra.

Quando la situazione militare le è favorevole, Damasco commetterebbe la stupidaggine di impiegare quest’arma, inutile, e provocare così l’opinione pubblica internazionale?

Si pensi quel che si vuole del governo di Damasco, ma dobbiamo almeno chiederci sempre: qual è, in questo momento, l’interesse degli uni e degli altri? Non è l’opposizione, oggi in difficoltà, quella che vedrebbe l’unica sua salvezza in un intervento internazionale?

Gli USA avevano appena affermato che era affare dei siriani decidere se Assad doveva restare o no. Il negoziato, bloccato dal 2011, finalmente si sbloccava. Quali forze erano interessate a sabotare questo negoziato? I nostri mezzi di comunicazione possono dire quello che vogliono, ma il presidente siriano conta ancora sull’appoggio di una grande parte della popolazione.

E’ necessario anche ricordare che la base siriana bombardata veniva utilizzata principalmente per colpire il Daesh attorno a Palmira. Cos’è successo dopo il bombardamento USA? Che il Daesh è passato all’attacco contro l’esercito siriano.

 

3. Verificare la credibilità!

E così l’esercito USA bombarda la base siriana di Al-Chaayrate, da dove sarebbero partite le armi chimiche? Un attimo ... protestate contro l’uso delle armi chimiche ma bombardate un magazzino di armi chimiche con il rischio di provocare una grande contanimazione? E’ una cosa logica?

L’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OIAC), che sovrintese alla distruzione delle armi chimiche dichiarate da Damasco nel settembre 2013, dichiarò nel gennaio 2016 che questo stock era stato totalmente distrutto (‘La Dépêche', 5 gennaio 2016). Seymour Hersh, famoso giornalista statunitense (Premio Pulitzer) aveva dimostrato che i ribelli erano stati forniti di armi chimiche.

 

Per farsi un’idea delle cose, si deve anche ascoltare sempre “i cattivi”. Damasco aveva informato le Nazioni Unite che un convoglio di 12 camion arrivati dalla Turchia stava portando sostanze tossiche verso Idlib, ma l’ONU non ha indagato. E’ questo convoglio che sarebbe stato bombardato dall’esercito siriano? Non sarebbe necessaria un’indagine prima di fare qualsiasi cosa?

 

I fatti succedono quando la coalizione tra USA ed Europa è accusata di aver ucciso più di 700 civili a Mosul (Iraq)  e Rakka (Siria). Due pesi e due misure? Distrazione?

Il 17 marzo i siriani avevano abbattuto un aereo isareliano che violava lo spazio aereo e appoggiava i terroristi vicino a Palmira. Quale mezzo di informazione ha indagato su questo fatto?

 

 

Come capire questi eventi? Nel 2013 Trump si oppose ad un bombardamento. Ripetè nella sua campagna elettorale che Washington non doveva partecipare ai conflitti in Medio Oriente. Promesse elettorali, direte; tutti i presidenti USA avevano fatto tali promesse, compreso George W. Bush!

Ma il 57% dei cittadini USA ha detto che i presidenti dovevano occuparsi meno degli affari degli altri paesi e più dei loro problemi.

Trump ha capito che doveva dire lo stesso per essere eletto.

Ma ora l’establishment USA scatena un’enorme pressione perchè torni in riga e si unisca a coloro che vogliono la guerra.

I negozianti d’armi si fregano le mani e fanno pressione sui paesi europei perchè decuplino le loro spese militari a danno dei bilanci sociali. La guerra ... questa sì che fa profitti!

Questo porterebbe ad un grande conflitto con Russia e Cina. Viviamo in un mondo sempre più pericoloso.

E’ urgente tornare a creare un movimento internazionale contro la guerra. Cominciando a vigilare sull’informazione.

 

Come scrivevamo nel 2008 all’arrivo di Obama, la politica degli USA non viene decisa da un solo uomo e il presidente, in fondo, è un impiegato. Sono forze superiori quelle che decidono: le multinazionali dominanti. Inquiete nel vedere il declino degli USA, cercano di risalire la china. Gli strateghi USA sono divisi, la campagna elettorale l’ha dimostrato.

Ogni volta sempre più pericoloso, il mondo diventa anche più complesso.

Conviene quindi analizzare, riflettendo, quello che succede negli USA e nel mondo.

 

(*) Giornalista e saggista belga, specializzato nell’analisi della “disinformazione mediatica”.

Da: lahaine.org; 12.4.2017

 

 

(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria «G.Tagarelli» Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

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