BUGIE E FALSITA'

La falsità delle notizie: attentati e aggressioni mai successe

di Christian Christensen (*)

Alla stampa contraria all’immigrazione la notizia è caduta come un dono dal cielo: un uomo impazzito che veste un giubbotto da suicida “pieno di benzina e polvere da sparo” entra in un supermercato di una piccola città del nord-est della Spagna, lancia grida di “Alaju Akbar” e apre il fuoco. Fortunatamente non ci sono morti, ma i clienti fuggono terrorizzati.

La notizia appare su un giornale locale, viene rapidamente raccolta da una serie di media statunitensi e inglesi e viene condivisa ampiamente su Twitter e Facebook. E personalità anti-musulmane affermano, scuotendo la testa con saggia disapprovazione, che l’attacco rappresenta tutto il male dell’Islam.

 

C’è un piccolo problema: non è mai successo.

Si, c’è stato un uomo che è entrato in un supermercato della città di Ourense e ha sparato varie volte. Qui è, tuttavia, dove finiscono i fatti e comincia la fantasia.

Giubbotto da suicida? Non l’aveva. Spari contro i clienti? No, ha colpito una bottiglia. Un pazzo sbandato? In un certo momento della registrazione delle telecamere di vigilanza si vede che l’uomo si siede e si mangia una banana. La città era sconvolta? No. E che è successo con le grida di “Alaju Akbar”? In seguito si viene a sapere che in realtà si trattava di un uomo che veniva dai Paesi Baschi, mentalmente disturbato, e che qualcuno ha confuso con l’arabo le parole pronunciate in euskara (la lingua basca). 

 

Dice molto della natura dell’intolleranza il fatto che avvenimenti inventati come quelli che non hanno avuto luogo a Ourense vengano messi in circolazione tanto rapidamente ed acriticamente da certi elementi della stampa e che questo venga fatto senza la minima preoccupazione per le conseguenze personali e materiali della loro pubblicazione.

Non è mai stata smentita l’infame affermazione di Kellyanne Conway (capo della campagna e ora consigliera presidenziale di Donald Trump) che i responsabili della “mattanza di Bowling Green” – mai avvenuta - erano dei rifugiati musulmani, ma la sua bestiale indifferenza alle calunnie contro tutti i rifugiati musulmani come potenziali terroristi – anzi probabili – ci fornisce una chiara indicazione che le menzogne sono destinate a contaminare l’acqua potabile umanitaria della nostra democrazia.

 

Se la menzogna funziona … splendido. E se non funzione, non ci perdiamo niente. La questione è aggiungere in continuazione un’altra dose di dubbio e di sospetti al sedimento della nostra intolleranza nazionale.

Davvero non c’è stato un massacro a Bowling Green?, Va bene, però avrebbe potuto esserci, e sarebbe stato un musulmano a compierlo.

Nel mondo flessibile del fanatismo, possiamo condannare la gente persino per crimini che vengono commessi nella nostra testa. (E in questo non si distingue tra Democratici e Repubblicani, tra la CNN e il Wall Street Journal. La pubblicizzata “minaccia terroristica” non ha mai goduto di così buona salute come durante il regime di Obama, nonostante che questi appoggiasse il terrorismo in Siria).

 

La questione chiave è che l’economia politica delle notizie contro gli immigranti, islamofobe, è tale che l’invenzione di storie che implicano i musulmani vale comunque la pena: quelli che danno il via ai pettegolezzi (qualunque siano le loro ragioni) sanno che si tratta di titoloni per persone ricettive a calunniare un intero gruppo religioso. I media, a loro volta, sono disposti a pubblicare materiale discutibile, perché è carne fresca per gran parte del loro pubblico. Vende. Le scuse successive, quando ci sono, non hanno importanza.

 

Una delle notizie più stupefacenti pubblicate nel 2016 è stata riportata dal giornale sensazionalista tedesco Bild, che affermò che la notte di Capodanno del 2015 a Francoforte un folto gruppo di uomini musulmani ubriachi, la maggioranza di loro rifugiati, avevano formato una specie di “branco sessuale scatenato” che aveva aggredito decine di donne.  La notizia conteneva descrizioni dei “testimoni” e anche interviste con le pretese vittime. Naturalmente è stata raccolta internazionalmente e si è diffusa attraverso le reti sociali.

 

Ma una settima più tardi, la polizia di Francoforte dichiarò che la storia era completamente falsa: non erano state denunciate quelle aggressioni sessuali, la “vittima” in questione non si trovava neanche a Francoforte quel giorno e si stava conducendo un’indagine su due individui per aver diffuso false informazioni e sprecato le risorse della polizia.

 

La Bild è il giornale più venduto in Europa, con una circolazione di circa 3 milioni di copie al giorno, ma è stata oggetto di attacchi in Germania da parte di altre testate perché attizza il fuoco contro gli immigranti e i musulmani. Quando la polizia ha annunciato che l’incidente di Francoforte era falso, Bild ha pubblicato (molto dopo) le sue scuse e affermato che la storia “non rispondeva in alcun modo al livello giornalistico” della testata. Ma è certo che è stata pubblicata e riprodotta a livello mondiale, e nessun mucchio di smentite, di scuse o di ritrattazioni delle testate che l’hanno pubblicata rimedierà al danno causato.

 

Il perverso potere del fanatismo è tale che, una volta che è fortemente consolidato, i fatti e la logica poco possono alla sua armatura. Anche menzogne svergognate come la mattanza di Bowling Green per bocca di Kellyanne Conway possono essere semplicemete spiegate come errori comprensibili.

In fin dei conti è “probabile” che coloro che abbiamo trasformato in stereotipi facciano delle brutte cose, e così il sospetto non solo è logico, è patriottico.

E’ la stessa logica che permette alla gente, negli Stati Uniti, di guardare gli agenti di polizia sparare alle spalle a sospetti neri disarmati e dire: “Si, ma perché, tanto per cominciare, la polizia li ha fermati?”.

 

Così, se osserviamo l’intorno sociale, politico e mediatico in cui Donald Trump ha cercato di proibire che i musulmani entrino negli Stati Uniti, pensiamo un attimo agli attentati musulmani che non hanno mai avuto luogo e nella copertura mediatica garantita che hanno sempre ricevuto.

 

Nel mondo dell’intolleranza non importano le storie false quando si discute di persone che vengono definite criminali per il solo fatto di esistere. La vita e la politica diventano molto più semplici.

 

(*) Professore di Giornalismo al Dipartimento di Studio dei Media dell’Università di Stoccolma. Al centro delle sue ricerche ci sono le relazioni tra media e potere economico, politico e militare

Da: la haine.org; 3.3.2017

.

 

(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

 

Via Magenta 88, Sesto San Giovanni)

Scrivi commento

Commenti: 0

News