RIFUGIATI E IMMIGRANTI

Terza crisi dei rifugiati: la doppia faccia dell’accordo tra UE e Turchia

 

di Nazanin Armanian (*)

 

Dal 18 marzo l’Unione Europea (UE) respirava tranquilla: aveva firmato con la Turchia un patto che metteva ordine nel caos, espellendo in modo collettivo migliaia di immigranti e rifugiati dalla Grecia alla Turchia. Così riteneva di allontanare il problema e nascondere all’opinione pubblica un’altra crisi umanitaria generata dalla guerra e dal capitalismo più spietato. L’accordo contemplava quanto segue:

 

. la Turchia avrebbe accolto tutti i richiedenti asilo che fossero arrivati in Europa a partire dal 20 marzo. Per ogni persona arrivata, gli europei si sarebbero presi un altro rifugiato in Turchia. E’ ancora da vedere se si tratti di uno stupido scherzo o di un gioco da bambini tra adulti, con esseri umani che vengono trattati come pedine su una scacchiera.

 

. L’Europa avrebbe dato 3.000 milioni di euro a Tayeeb Erdogan perchè faccia il lavoro sporco.

 

. La UE avrebbe accelerato il processo di adesione della Turchia e smesso di richiedere il visto ai cittadini di questo paese.

 

All’improvviso le due parti decidono di non tener fede a quanto pattuito, aprende la strada ad una terza crisi dei rifugiati, che consiste nell’arrivo di più esseri umani fuggiti dalle guerre del Vicino Oriente in Europa, e nell’impossibilità della UE di deportarli.

 

La prima crisi, con la foto del bimbo Aylan Kurdi, voleva giustificare i bombardamenti sulla Siria da parte dei paesi europei e il rovesciamento di Bashar al Assad come unica formula per paralizzare la fuga dei siriani dalla loro terra. Il fatto che Barak Obama si opponesse al piano, obbligò i capi della UE a cominciare a disfarsi dei rifugiati che giorni prima erano stati ricevuti dalla Merkel con cartelli di “Refugees Welcome”.

Così comincia la seconda crisi, con la campagna televisiva per trasformare i richiedenti asilo in zombies, terroristi e violentatori e per ripetere continuamente che le “politiche di multiculturalità erano fallite”.

L’accordo con la Turchia permetteva alla UE di impedire l’arrivo di altri rifugiati e di espellere quelli che già erano sul suo territorio. Allo stesso modo permetteva a Erdogan di creare una zona di esclusione in Siria dove sistemare queste persone, trasformandoli in scudi umani all’interno del piano turco per l’occupazione e la spartizione della Siria.

 

I pilastri della politica della UE contro i rifugiati

La strategia di Bruxelles su questa materia è stata basata su tre assi: demonizzare i rifugiati e gli immigranti, mlitarizzare le frontiere es esternalizzare il problema, comprando i leaders africani e asiatici. Prima di Erdogan, la UE chiedeva a Muhammar Gheddafi di fare il gendarme della regione: nel 2008 gli pagò 50 milini di euro per impedire la fuga di migliaia di persone dai suoi campi di rifugiati,e accogliere quelle che sarebbero state espulse dall’Italia. Nel 2010 il Colonnello arrivò a chiedere 5.000 milioni di euro all’anno per evitare che “l’Europa diventasse nera”. In seguito questa Europa commise un altro errore, e non solo per aver rovesciato nel 2011 il suo collaboratore, ma per aver provocato un’altra terribile e lunga guerra nella stessa Libia, trasformando centinaia di migliaia di libici in nuovi rifugiati.

 

Ora il patto con la Turchia si sgretola per i seguenti motivi:

. La UE non ha sborsato i fondi promessi ad Ankara, mentre Erdogan ha raddoppiato la cifra.

. La UE non ha soppresso il visto per i turchi, nè lo farà. La Turchia continua ad essere uno Stato-tappo tra il continente ed il convulso Vicino Oriente.

.Ci sono denucne per l’illegalità delle deportazioni di massa; bisognerebbe rispettare le richieste individuali di asilo.

. E’ illegale reinviare i richiedenti asilo in Turchia, perchè insicuro, e soprattutto per i kurdi siriani.

L’esercito turco continua a bombardare le zone residenziali kurde sia in Siria che in Turchia. La stretta collaborazione tra Ankara e i terroristi del Daesh è una questione di pubblico dominio. Per colmo, la polizia turca non risparmia le pallottole contro i siriani: lo scorso aprile si è saputo dell’assassinio di 16 siriani, tre di loro bambini, da parte della guardia di frontiera. Fuggivano dai bombardamenti, anche se la stampa non scrive che la chiusura delle frontiere turche è un’esigenza della UE.

I diritti dei rifugiati vengono violati in Turchia: una delegazione del Parlamento Europeo aeva potuto verificare come fosserotrattenuti in una specie di prigione e “quasi senza accesso agli avvocati”. Poi è scoppiata la notizia degli abusi sessuali e delle viokenze commesse da un impiegato turco su circa 30 bambini siriani nel campo di Nizip, nella provincia di Gaziantep, lo stesso che era stato definito “esemplare” dalla merkel durante la sua visita. Si tratta della punta dell’iceberg del dramma che vivono queste persone in questo paese governato da un regime corrotto e autoritario.

. L’incapacità della burocrazia greca di espellere migliaia di rifugiati in modo immediato. C’è bisogno di leggi, risorse umane addizionali, installazioni, ecc. Ci vorranno anni per occuparsi di ogni caso, mentre il numero di quelli che arrivano supera abbondantemente quello di coloro che possono essere deportati.

. Il rifiuto di Erdogan a riformare le leggi antiterrorismo turche e adattarle alle norme europee sui diritti umani, che è uno dei requisiti della UE per l’esenzione dal visto. Il “Patriot Act” ha tolto l’immunità ai parlamentari dell’opposizione, permettendo di incarcerare qualsiasi cittadino critico del suo narcisista presidente. Tra gli ultimi arrestati ci sono i giornlaisti del quotidiano Zaman, e la modella Merve Buyuksarac, condannata a 14 mesi di prigione per aver pubblicato una poesia satirica sul dittatore ottomano. Questo paese è il leader mondiale nel perseguitare i giornalistii e la libertà di stampa.

. Ankara non mostra alcun segno di voler accettare altri requisiti per la libertà dal visto: la lotta contro la corruzione. Nella storia della Turchia, i presidenti, le famiglie e le équipes mai avevano affrontato acccuse di corruzione tanto gravi quanto la famiglia di don Erdogan.

. lla fine la Turchia si è resa conto che la UE non la ammetterà nel suo seno. David Cameron a invita a star sedua ad aspettare: non entrerà nella UE prima dell’anno 3000. Allora, perchè Ankara deve fare la sua parte?

. Dopo l’accordo, la Turchia ha inviato altri 148.000 rifugiati nelle isole dell’Egeo del suo vecchio nemico. La UE l’accusa anche di inviare persone malate o di bassa formazione professionale, bloccando l’uscita di medici, ingegneri e accademici siriani dalla Turchia.

. L’accordo non ha avuto neanche un effetto dissuasorio. Il relativo abbassamento dei più recenti arrivi si deve alla chiusura della rotta dei Balcani. Nessuno può fermare la fuga degli esseri viventi dagli inferni creati dale guerre, che arriveranno per altre strade: Italia, Bulgaria, Libia, marocco, Spagna, tra gli altri.

L’Unione Europea ha un Piano B?

. L’ultimo chiodo nella bara dell’accordo lo pianterà la decisione del Parlamento tedesco di approvare una risoluzione per commemorare il “genocidio armeno” del 1951 da parte dei turchi.

 

L’importanza strategica ed economica della Turchia per l’imperialismo tedesco, che ha anche installato il suo contngente nella base NATO di Incirlik, sta al di sopra delle disavventure di alcune migliaia di esseri umani disperati, che sarannno vittime di altri accordi. Esso sa che sfidare l’Europa è uno dei cavalli di bataglia del populismo di un Erdogan con deliri da imperatore.

 

Il problema dei rifugiati è una questione geopolitica. Per evitare gli attuali esodi umani, si fermino le guerre!

 

(*) Giornalista iraniano-spagnola, scrive su Publico.es.

da: publico.es; 2.6.2016

 

 (traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Via magenta 88, Sesto S.Giovanni)

 

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