LE MENZOGNE DI ISRAELE

 

La guerra degli inganni di Israele

 

di Gideon Levy (*)

 

E’ cominciata come una guerra per scelta. Si è trasformata in una guerra senza senso. E’ già piuttosto ovvio che non otterrà niente sul lungo periodo. Potrebbe anche degenerare in un disastro, e alla fine risulterà che è stata una guerra di inganni, Israele ha mentito a se stessa fino alla rovina. 

 

La prima menzogna è che non c’era alternativa.

 

Non è difficile immaginare cosa sarebbe successo se Israele non avesse  interrotto i negoziati di pace; se non avesse lanciato una guerra totale contro Hamas in Cisgiordania, a causa del (progettato) assassinio dei tre adolescenti israeliani; se non avesse fermato il trasferimento dei fondi destinati al pagamento dei salari del governo nella Striscia di Gaza; se non avesse lottato contro il governo di unità palestinese; e se avesse alleggerito il suo blocco alla Striscia di Gaza.

 

I razzi Kassam sono stati una risposta alle decisioni di Israele.

 

Poi le mete sono cresciute come palle di neve, come sempre succede in guerra – dal fermare i razzi a trovare e distruggere i tunnel, fino alla smilitarizzazione di Gaza. La palla di neve potrebbe benissimo continuare a crescere, chi sa fino a dove. “Il tranquillo incontrerà il tranquillo”. Lo ricordate?

 

La seconda falsità è che l’occupazione della Striscia di Gaza è finita.

 

Immaginate un’enclave assediata, i cui abitanti sono incarcerati, molte delle sue aree controllate da un altro Stato, dal mantenimento di un registro della popolazione alla gestione dell’economia, compresa la proibizione delle esportazioni e le restrizioni alla pesca, Stato che vola sui suoi cieli e a volte invade il suo territorio. Questa non è occupazione? 

 

La terza menzogna è l’affermazione che le Forze di Difesa di Israele “fanno tutto il possibile” per evitare la morte di civili.

 

Abbiamo già passato i primi mille morti, un numero allarmante dei quali bambini, e la maggior parte di loro civili; molti dei quartieri sono stati distrutti e 150.000 persone  senza casa che non sanno dove andare con sicurezza.

 

Tutto questo fa sì che questa affermazione suoni, come minimo, come uno scherzo di cattivo gusto. 

 

L’affermazione che il mondo appoggia la guerra e ne riconosce la giustezza è anch’essa un inganno israeliano. Se è vero che i politici occidentali continuano a dire che Israele ha il diritto di difendersi, i corpi che si accumulano e i rifugiati disperati stanno sconvolgendo il mondo e generando collera contro Israele. 

 

L’inganno seguente è che questa guerra ha mostrato che “il Popolo di Israele è una nazione meravigliosa”.

 

Molto tempo è passato da quando si è prodotta una campagna tanto bugiarda, ubriacante, dolciastra e autocompiacente. La nazione si è lanciata ad appoggiare le truppe, ed è in movimento.

 

Ma, oltre alle camionette piene di dolci e ai camion carichi di pacchetti di biancheria , ai funerali per i soldati le cui famiglie vivono all’estero a cui migliaia di israeliani hanno partecipato (per le telecamere), questa guerra ha anche portato alla luce altri comportamenti, in tutta la loro bruttezza. 

 

Il “comitato per il benessere dei soldati”, dove il popolo di Israele ha mostrato la sua indifferenza davanti alle sofferenze dell’altro lato.

 

Neanche un pizzico di compassione, nenche un pizzico di umanità e men che meno di commozione, nessuna empatia per il suo dolore. Le orribili immagini di Gaza – che altro non sono che orribili – vengono viste qui tra sbadigli e allegria.

 

Un popolo che si comporta in questo modo non merita gli elogi che accumula su se stesso. Quando la gente sta morendo a Gaza e la gente a tel Aviv non se ne interessa, non vi è motivo di entusiasmo. 

 

Non vi è  motivo di entusiamo nemmeno nella campagna di incitamento contro quel  pugno di persone che si oppongono alla guerra.

 

Dai ministri del gabinetto e dai membri del Parlamento fino alle strade e agli sgherri di Internet, sta soffiando un vento cattivo. soltanto cittadini obbedienti.

 

“Unità di Israele”? “La nazione è una grande famiglia”? E’ uno scherzo. Come sono uno scherzo i mezzi di stampa “indipendenti” israeliani in tempi di guerra:  una rete di propaganda i cui membri hanno emesso avvisi di chiamata a file di emergenza per se stessi, col fine di elogiare e lodare, incitare e istigare – e chiudere gli occhi. 

 

E lo scherzo più grande di tutti, la madre di tutti gli inganni: la credenza nella rettitudine delle loro forme.

 

Il lema de “la guerra è giusta” si ripete con tanta frequenza, fino alla sazietà, che uno comincia a sospettare  che anche quelli che gridano più forte abbiano i loro dubbi, altrimenti non griderebbero così forte e non si batterebbero così violentemente contro i pochi che cercano di esprimere un’opinione diversa.

 

Dopo tutto, come si può giustificare una guerra evitabile? E come si può non dubitare della loro rettitudine davanti alle immagini del terrore che vive a Gaza? 

 

Forse, anche  la terra sta bruciando sotto i piedi dei membri di questo coro di giustificatori della guerra.

 

Forse si stanno rendendo conto che, quando le battaglie finiranno, ritornerà l’immagine reale.

 

Questo è quello che succede sempre con le guerre menzognere, e questo dimostra anche la guerra del 2014. 

 

(*) Editorialista del quotidiano israeliano Haaretz. da: lahaine.org; 3.8.2014

 

 

 

(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

 

via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

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