ELEZIONI A CUBA

Il 25 febbraio 2013 si sono chiuse, con la riunione della Sessione Costitutiva dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, le elezioni a Cuba.

Di seguito l’intervento del Comandante Fidel Castro all’Assemblea.

 

Cari compagni,

sono profondamente grato del nobile gesto del popolo nell’eleggermi deputato all’Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba.Non sarà molto il tempo che userò per l’intervento di oggi, e neanche lo spazio di questo onorato scranno come deputato, e non per mancanza di volontà ma per imperativo della natura.

Mai ho pensato che la mia vita si prolungasse tanto, e che il nemico fosse così inefficiente nel suo odioso compito di eliminare avversari decisi a lottare.

 

In questa lotta diseguale il nostro popolo ha dimostrato la sua stupefacente capacità di resistere e di vincere. Sì, perchè ogni anno di resistenza tra il 1959 e il 2013 è stato una vittoria che il nostro piccolo paese ha il diritto di proclamare!

 

Non lottiamo per la gloria né per gli onori; lottiamo per idee che consideriamo giuste a cui, quali eredi di una lunga lista di esempi, milioni di cubani hanno consacrato la loro gioventù e la loro vita.

Una cifra esprime tutto: l’insieme dei cubani che hanno compiuto generose missioni internazionaliste è arrivato al numero di ottocentomila persone. Se si pensa che al trionfo della rivoluzione nel 1959 non arrivavamo a 7 milioni di abitanti, si può misurare il significato di tali sforzi.

 

Ma questo non spiega tutto. Nell’ottobre 1962 il nostro paese fu sul punto di diventare un campo di battaglia nucleare. Un anno e mezzo prima, nell’aprile 1961, una spedizione mercenaria addestrata, armata e scortata dalla Marina degli Stati Uniti, sbarcò nella Baia dei Porci e rischiò di provocare una sanguinosa guerra che sarebbe costata agli invasori nordamericani centinaia di migliaia di vite – lo dico senza esagerazione – e al nostro paese distruzione e perdite umane davvero incalcolabili.

Allora possedevamo circa quattrocentomila armi e sapevamo come usarle. In meno di 72 ore il fulmineo contrattacco rivoluzionario evitò qulla tragedia, sia a Cuba che al popolo degli Stati Uniti.

 

Siamo stati vittime della “guerra fredda” per molto tempo, e 25 anni dopo la Crisi dell’Ottobre, truppe internazionaliste difendevano l’Angola dagli invasori fascisti sudafricani, che disponevano già all’epoca di varie armi nucleari con tecnologia e parti essenziali fornite da Israele con l’approvazione degli Stati Uniti.

In quella occasione la vittoria di Cuito Canavale - e il successivo avanzamento deciso e audace delle forze cubane e angolane, equipaggiate con mezzi aerei, antiaerei e l’organizzazione adeguata per liberare territori ancora occupati dagli invasori - convinsero il Sudafrica che non gli restava altra alternativa che abbandonare le sue ambizioni nucleari e sedersi al tavolo dei negoziati. L’odioso sistema razzista smise di esistere.

 

Insieme abbiamo portato a termine la modesta prodezza di una Rivoluzione profonda che, partendo da zero, il nostro popolo è stato capace di realizzare. Ai primi nuclei rivoluzionari se ne aggiunsero altri. Ci univa il desiderio di lottare e il dolore per la tragedia del paese davanati al brutale golpe. Mentre alcuni speravano in un futuro che vedevano ancora molto lontano, noi pensavamo ormai alla necessità di fare un salto nella storia.

Tra il colpo di Stato del 10 marzo 1952 (1) e il 1° gennaio 1959 (2) trascorsero solo 6 anni e 269 giorni; per la prima volta, nella nostra Patria, il potere veniva a trovarsi completamente in mano al popolo.

 

Cominciò allora la battaglia contro l’ignoranza politica ed i principi antisocialisti che l’impero e la borghesia avevano seminato nel nostro paese. La lotta di classe scoppiata a poche miglia dalla sede dell’impero fu la scuola politica più efficiente che mai un paese abbia avuto; parlo di una scuola che ha aperto le sue porte da più di 60 anni. Uomini e donne, dai pionieri alle persone che hanno molti più anni, siamo stati tutti alunni di questa scuola.

 

Ma la grande battaglia che, secondo quanto mi diceva pochi giorni fa Raùl, si impone è la necessità di una lotta energica e senza tregua contro le cattive abitudini e gli errori che, nelle diverse sfere, commettono ogni giorno molti cittadini, compresi i militanti.

 

L’umanità è entrata in una tappa unica della sua storia. Gli ultimi decenni non hanno alcuna relazione con le migliaia di secoli che la precedono.

Nell’anno 2011 la popolazione mondiale è arrivata a 7 mila milioni di abitanti, il che costituisce una cifra allarmante. In soli due secoli la popolazione del mondo si è moltiplicata per sette, raggiungendo un ritmo di necessità alimentari vitali che la scienza, la tecnica, la tecnologia e le risorse naturali del pianeta sono ben lontani dal raggiungere.

 

Si possono fare decine di calcoli, parlare di Malthus (3) o dell’Arca di Noè; è sufficiente sapere che cos’è un grammo e cosa produce un ettaro di qualsiasi alimento e trarre le proprie conclusioni.

Forse il primo Ministro inglese o il presidente Obama conoscono la risposta per prolungare di qualche giorno in più la vita umana, per la moltiplicazione dei pani e dei pesci e le parole magiche per convincere gli africani, gli abitanti dell’India, dell’America latina e di tutti i paesi del Terzo Mondo a non avere figli.

 

Due giorni fa un’agenzia internazionale ricordava che un multimilionario statunitense, Dennis Tito, sperperò 20 milioni di dollari per pagarsi un viaggio alla Stazione Spaziale Internazionale, dove rimase per alcuni giorni nell’anno 2001. Adesso Tito, che davvero sembra essere un fanatico dell’esplorazione spaziale, sta discutendo i dettagli per fare un viaggio sul pianeta Marte. Il viaggio durerà 501 giorni. Questo sì che è sfruttare il profitto!

 

Mentre i poli si sciolgono velocemente, il livello del mare sale a causa del cambio climatico, inondando grandi aree in poche decine di anni: ciò fa supporre che non ci saranno guerre e che le sofisticate armi che si stanno producendo non verranno mai usate. Chi li capisce?

 

Concludo, per tener fede alla mia promessa di esser breve in questa parole di saluto all’Assemblea Nazionale.

Nel 118 anniversario del Grido di Baire (4) e nel 160° anniversario della nascita del nostro Eroe nazionale (5), mi fa piacere rendere onore al rivoluzionario, antimperialista e bolivariano che seminò nei nostri giovani i primi semi del dovere.

Molte grazie.

 

 

N.d.t.:

(1) Data del colpo di Stato di Fulgencio Batista

(2) Entrata dei rivoluzionari cubani all’Avana

(3) Economista e demografo inglese che proponeva il controllo delle nascite per risolvere il problema della sovrappopolazione

(4) Inizio della rivolta cubana contro la dominazione spagnola (24 febbraio 1895) che avrebbe portato all’indipendenza dell’isola

(5) José Martì.

 

(traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

 

 

 

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