CRIMINALI "BUONI" E CRIMINALI CATTIVI

Luis Posada Carriles.
Luis Posada Carriles.

Per chi suona la campana

di Cristian Joel Sànchez (*), da: surysur.net, 3.5.2011

 

 

La morte di qualsiasi uomo mi diminuisce, perché faccio parte dell’Umanità…”. Questo è il pensiero del poeta inglese John Donne e più di una volta l’ho inserito nei miei articoli. Il grande scrittore Ernest Hemingway lo mise come epigrafe al suo romanzo Per chi suona la campana, perché la frase di Donne finisce così “… per questo non chiedere mai per chi suona la campana: sta suonando per te”.

Oggi, o ieri se leggete questo articolo con ritardo, un altro uomo è morto, aggiungendosi ai milioni che ogni giorno muoiono in ogni parte del mondo per un’infinità di ragioni: malattie, incidenti, violenza, suicidi o semplicemente terminando il ciclo della vita dopo un’esistenza lunga e forse piacevole.

L’uomo a cui mi riferisco è morto assassinato, ma non nel modo usuale con cui si uccide un essere umano, se esistono forme usuali per farlo.

Questo individuo è morto in una maniera che, negli ultimi decenni, occupa i primi posti della moda sempre rinnovata dell’uccidere: un commando d’élite, precedentemente molto ben allenato fisicamente e mentalmente al crimine, individua - non importa in quale parte del mondo – la sua vittima. Per questo utilizza i più sofisticati e incredibili avanzamenti della scienza messi al servizio degli omicidi, ricerche satellitari, sistemi di ascolto transoceanici e infinitamente sensibili, rilevatori dei più piccoli cambiamenti fisici e strutturali della preda e del suo ambiente, senza dimenticare i vecchi metodi che, alla fine, risultano i più infallibili, come far scorrere fiumi di denaro comprando anche la più forte delle coscienze, che soccombono quando alla cifra dei dollari si aggiunge qualche zero.

 

Il metodo di questa pratica criminale è nuovo solo riguardo alla tecnologia incorporatavi grazie al progresso, perché l’arte di eliminare molesti avversari è tanto vecchia quanto la vita stessa, solo che prima si perpetrava l’assassinio grossolanamente, colpi con la mandibola di un asino come quelli che toccarono al povero Abele, o un diluvio di pugnalate come quelle che cancellarono Cesare dalla carta geografica, per non dire delle pallottole a lunga distanza che costarono la vita a Kennnedy, solo per fare qualche piccolo esempio.

Nel secolo attuale questo si è perfezionato. I mostruosi possessori di mostruose tecnologie sono onniscienti e onnipresenti come l’occhio di Dio. Non c’è luogo dove nasconderti in questo pianeta se loro hanno deciso di ammazzarti, neppure sotto terra come Hussein (Saddam, n.d.t.), a meno che tu sia già morto.

 

La morte dell’uomo a cui mi riferisco difficilmente vi diminuirà come la morte di qualsiasi essere umano diminuiva John Donne. Questo è perché voi e la gran parte dell’umanità a cui appartenete siete stati indottrinati sistematicamente, dai più altisonanti argomenti ai più sottili messaggi subliminali, nella convinzione che l’uomo assassinato poche ore fa non solo meritava la morte, ma anche che il suo corpo fosse gettato in mare come pasto per gli squali, il che è lo stesso che gettarlo ai cani.

Voi avete visto e sentito in collegamento diretto in televisione gli “orrori” del terrorismo mussulmano. Vi hanno mostrato minuto per minuto come crollavano le torri del cuore finanziario degli Stati Uniti. Vi hanno anche mostrato il terrore dei corpi straziati abbandonati tra le lamiere dei vagoni nella stazione madrilena di Atocha.

Il 99%, se non il 100% , degli abitanti del pianeta conosce questi crimini del terrorismo. E se per caso si è dimenticato qualche dettaglio, Hollywood gliel’ha ricordato in tutti questi anni con vari films che hanno prodotto pingui profitti per i loro produttori.                                                                                                                           

 

Ma, caro lettore o lettrice, conosci l’altra faccia della moneta terrorista? Tu, che sei stato spettatore in diretta della morte di più di 3.000 nordamericani sotto le macerie delle Torri Gemelle e di alcune centinaia ad Atocha, permettimi di domandarti: hai mai sentito parlare di Luis Posada Carriles?

C’è stato sui nostri canali TV un programma speciale, un documentario o il più piccolo commento sopra un fatto vergognoso che ha visto protagonista la giustizia nordamericana pochi giorni prima di uccidere il leader di Al Qaeda? Il nostro governo, che si è unito al “giubilo” mondiale per la morte di Bin Laden ha pronunciato un giudizio pubblico sul tema del terrorista Posada Carriles che, due settimane fa, è stato giudicato non colpevole dai tribunali nordamericani che lo hanno lasciato libero, nonostante sia un terrorista fatto e finito e senza attenuanti, se lo guardiamo con lo stesso occhio con cui il governo yankee qualifica Bin Laden?

Tu dirai, ma insomma chi è questo individuo … Qui c’è un piccolo estratto del “curriculum vitae” di questo terrorista. Il 6 ottobre 1976 questo tipo, un arrabbiato anticastrista, dichiarato “eroe dell’anticomunismo” dai suoi protettori, mise una bomba sul volo commerciale 455 della Cubana de Aviaciòn. L’aereo, esattamente come questo assassino aveva programmato, esplose in volo uccidendo i suoi quasi 100 passeggeri, compreso l’equipaggio, fatto che vi farebbe orrore quanto i crimini di Bin Laden, se lo aveste saputo.

E’ stato anche l’organizzatore di vari attentati con bombe, perpetrati negli hotels della capitale cubana nel 1997 per boicottare, a costo della vita dei residenti, il crescente turismo in questa nazione, che rappresentava per essa un sollievo davanti a più di 50 anni di blocco degli USA.

Tutti questi fatti lui li ha riconosciuti, vantandosene pubblicamente in un’intervista apparsa su The New York Times nel luglio 1998. Aggiungete a questo la sua condizione di ex membro dell’esercito nordamericano, di agente della CIA e autore di numerosi assassinii e torture, tutti eseguiti con le sue stesse mani.

 

Cos’è successo con lui, ti chiederai, visto che in nessun mezzo di comunicazione si parla della sua storia? E’ successo che nessun commando d’élite dell’esercito nordamericano – trattandosi di un terrorista – è entrato in casa sua con violenza e nessuno gli ha sparato, per poi buttare il suo corpo nella spazzatura.

Niente di tutto questo, amico mio: come dicevamo prima, a seguito delle pressioni di alcune degne organizzazioni dentro gli Stati Uniti e all’estero, è stato portato in tribunale per essere giudicato per ….. la morte dei passeggeri di un aereo tanto innocenti come quelli delle Torri Gemelle? Per gli assassinii e le bombe nel territorio di altri paesi come fanno i membri di Al Qaeda?

No, signori! E’ stato accusato di non aver ottemperato ad alcune formalità della legge sull’immigrazione entrando negli Stati Uniti: cioè, gli mancavano un paio di timbri sul passaporto.

E’ stato liberato, lo ripetiamo, da queste accuse da un alto tribunale di giustizia nordamericano pochi giorni fa e ora vive soddisfatto di se stesso a Miami, protetto dagli stessi che in quest’ora uccidono in Medio Oriente, torturano a Guantànamo, rovesciano governi che non sono simili a loro, ma che ieri sono stati gli eroi dell’operazione “antiterrorista” che ha eliminato il tenebroso caporione di Al Qaeda.

 

Mettere in discussione la morte di Bin Laden è, senza dubbio, difficile senza attirarsi il rifiuto di molti lettori che, con onestà, hanno provato orrore per le azioni degli accoliti del leader arabo. E’ più facile unirsi all’applauso ella maggioranza che oggi canta come un coro greco attorno a questi paladini della lotta contro il terrorismo.

Tu hai ragione, caro lettore, ad unirti all’applauso. Ma lasciami fare una piccola eccezione attraverso le sagge parole dette da Miguel de Unamuno quando i fascisti di Franco invasero l’Università di Salamanca di cui era rettore: “Vincerete perché possedete più forza bruta. Ma non convincerete. Per convincere è necessario persuadere e per persuadere è necessario avere ciò che vi manca: la ragione e il diritto nella lotta”.

 

(*) scrittore cileno.

(traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

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