Le conquiste delle rivoluzioni.

NEL 93° ANNIVERSARIO DELLA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE RICORDIAMO

ALCUNE MISURE PRATICHE DECISE DALLE RIVOLUZIONI PROLETARIE

 

L’importanza storica e attuale delle rivoluzioni proletarie sta soprattutto nelle misure che queste presero a favore della classe proletaria e delle masse oppresse.

Ricordare il 93° anniversario della Rivoluzione russa e il 139° della Comune di Parigi significa ripercorrere gli avvenimenti e le conquiste che le rivoluzioni hanno portato agli operai, ai proletari e tutti quei lavoratori che non hanno avuto la possibilità di conoscerli.

L’attualità, la modernità, la civiltà contenute nelle leggi fatte dai governi rivoluzionari in tutti i campi, dimostra che il sistema socialista, il potere operaio, era e può essere avanti anni luce rispetto alle più moderne “democrazie rappresentative borghesi”.

 

I padroni di tutto il mondo, i borghesi responsabili di milioni di morti, di esseri umani mandati al macello nelle guerre mondiali e locali in nome del profitto, cercano di riscrivere la storia nel tentativo di nascondere i loro crimini contro l’umanità, sostenendo che il loro è il migliore dei mondi possibili e dipingendo il comunismo come la società del male.

Le multinazionali e le transnazionali, cioè l’imperialismo alla ricerca del massimo profitto, impone agli sfruttati e ai popoli del mondo la sua “democrazia” fatta di guerre, violenze, massacri, speculazioni finanziarie non produttive, corruzione, scambio diseguale, prestiti usurai con interessi impossibili che strangolano ancor più chi li riceve. Così la “democrazia industriale” - mentre aumenta la ricchezza e il potere di una minoranza di capitalisti - all’altro polo aumenta la miseria, la povertà, la diseguaglianza, i contadini senza terra, gli operai senza lavoro, la disoccupazione, la fame insieme a vecchie e nuove malattie che seminano morte.

La classe degli sfruttatori, questi campioni dei diritti umani che condannano alla morte per fame e miseria milioni di esseri umani, che si riempiono la bocca della parola democrazia, in realtà sono dei moderni tiranni che attuano la dittatura della borghesia sul proletariato, trasformando i governi borghesi in comitati di affari della loro classe.

La condizione operaia peggiora ovunque, nei paesi OCSE i disoccupati dichiarati sono 45 milioni. In Italia ci sono 2,4 milioni di disoccupati ufficiali, più di 4 milioni di lavoratori precari; sono oltre un milione i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione, a cui vanno aggiunte decine di migliaia di immigrati con o senza permesso di soggiorno. Inoltre sono ormai milioni gli uomini e le donne che hanno rinunciato a cercare lavoro.

 

LA COMUNE DI PARIGI

 

Cogliamo l’occasione di questo anniversario per ricordarlo, per gridare nuovamente forte a tutto il mondo cosa hanno fatto i comunisti, a partire dalla prima rivoluzione proletaria.

Il 18 marzo 1871 con la bandiera rossa sull’Hotel de Ville a Parigi, inizia l’esperienza del primo governo rivoluzionario operaio e popolare: la Comune di Parigi.

Fino a questo momento, i cambiamenti delle forme di dominio e di regime (caduta della monarchia, proclamazione della repubblica in tutte le sue svariate forme) si erano spesso risolte in un semplice avvicendamento di persone nella gestione del potere.

La Comune di Parigi, il primo governo rivoluzionario di una nascente classe operaia non ancora giunta a maturazione, attuò una serie di misure che - proprio perché intervenivano nel concreto per risolvere i problemi della vita di tutti i giorni dei proletari - seminarono il terrore nei borghesi di tutto il mondo.

 

Fra le prime misure che la Comune attuò ci furono:

-abolizione dell’arruolamento obbligatorio e dell’esercito permanente (allora la ferma durava dai 3 ai 5 anni) e sua sostituzione con una struttura armata popolare e volontaria, la Guardia Nazionale, composta da tutti i cittadini abili alle armi;

-soppressione del lavoro notturno nei forni del pane ( il lavoro nelle panetterie non poteva iniziare prima delle ore 5 del mattino), abolizione delle multe e delle riduzioni dei salari;

-abolizione dei sensali (i caporali dell’epoca) nominati dalla polizia che effettuavano la registrazione degli operai e li sfruttavano;

-separazione fra stato e chiesa e abolizione dei privilegi ecclesiastici, soppressione dei contributi ai culti religiosi, confisca dei beni appartenenti alle congregazioni religiose, mobili e immobili, che sono dichiarati proprietà nazionale. Viene proibito inoltre esibire crocifissi, preghiere e immagini sacre nelle scuole;

- requisizione delle fabbriche abbandonate dai padroni e date in gestione a cooperative di operai;

- requisizione degli appartamenti liberi e sospensione delle sentenze di sfratto e morosità, condono di tutti gli affitti dall’ottobre 1870 fino all’aprile 1871, stabilendo che quelli già pagati valevano come acconto per il futuro;

- restituzione ai depositanti di tutti gli oggetti del Monte di Pietà che non avessero un valore superiore ai 25 franchi e sospensione delle vendite;

- elezioni e revocabilità in qualsiasi momento per tutti gli impieghi amministrativi, educativi, dei funzionari e dei giudici, che non possono avere retribuzione superiore a quella di un operaio qualificato;

-istituzione dell’istruzione gratuita, laica ed obbligatoria e la diffusione di scuole femminili professionali;

- abolizione del giuramento politico e professionale;

- soppressione di ogni distinzione fra figli legittimi e naturali, tra sposati e conviventi, e altri provvedimenti a favore dei proletari in materia di assistenza pubblica, cultura, servizi pubblici ecc.;

- riconferma di tutti gli stranieri eletti nelle loro cariche, a conferma del carattere internazionalista dell’insurrezione;

 

Questi primi provvedimenti dimostrano chiaramente il carattere di classe della Comune di Parigi e permisero a Marx ed Engels di trarre grandi insegnamenti che sono tuttora di grande aiuto al proletariato rivoluzionario internazionale nelle lotta per il socialismo.

Come scrisse Engels riflettendo su qui giorni, “il filisteo socialdemocratico recentemente si è sentito preso ancora una volta da salutare terrore sentendo l’espressione dittatura del proletariato. Ebbene, signori, volete sapere come è questa dittatura? Guardate la Comune di Parigi. Questa fu la dittatura del proletariato”.

 

 

LA RIVOLUZIONE SOCIALISTA D’OTTOBRE

 

Quarantasei anni dopo, nel 1917, la Rivoluzione russa continua sulla strada intrapresa dalla Comune di Parigi e sotto la direzione dei comunisti instaura il governo dei Soviet.

Appena preso il potere, i primi atti del governo rivoluzionario sovietico che deve combattere - oltre alla guerra civile contro le guardie bianche - anche contro il nemico interno rappresentato dall’apparato burocratico zarista che opera una sistematica opera di sabotaggio, sono misure che vanno nell’interesse della stragrande maggioranza degli operai e dei contadini. Nonostante le resistenze borghesi, i Commissari del Popolo (che in alcuni casi impiegheranno settimane per prendere possesso degli uffici dei Ministeri) decidono:

-Il decreto che prevede la riforma agraria con l’immediata distribuzione della terra, tolta ai proprietari terrieri senza indennizzo, ai contadini privi di terra;

- il decreto sulla pace che propone a tutti i paesi belligeranti l’apertura di una trattativa immediata per una pace “giusta e democratica” accompagnata da un armistizio di almeno tre mesi;

- che le fabbriche vengano affidate direttamente agli operai;

- la soppressione del sistema giudiziario zarista e la costituzione dei tribunali del popolo,      che inizialmente sono elettivi;

- la soppressione della polizia e la sua sostituzione con la milizia composta prevalentemente da operai;

- la separazione tra stato e chiesa;

- viene introdotto il matrimonio civile, con eguali diritti per entrambi i coniugi;

- viene introdotto il divorzio e la donna ottiene la totale parità dei diritti rispetto all’uomo;

- la giornata lavorativa viene ridotta a otto ore;

- nell’esercito vengono abolite le differenze di trattamento fra ufficiali e soldati.

- vengono nazionalizzate tutte le banche private (non ripetendo così l’errore che fecero i comunardi);

- il commercio estero diviene monopolio dello stato;

- le ferrovie e la flotta mercantile diventano statali.

Inoltre il nuovo governo sovietico denuncia tutti gli accordi internazionali, anche quelli segreti, e sospende il rimborso dei prestiti ottenuti all’estero dal regime zarista.

A novembre del 1917 il governo dei Soviet pone le basi per risolvere il problema delle nazionalità. Riconosce l’indipendenza della Finlandia e pubblica una risoluzione che riconosce i diritti delle minoranze nazionali, il diritto di autodecisione, di uguali diritti per tutti i popoli, arrivando fino a riconoscere il diritto di staccarsi dalla Russia per fondare nuovi stati indipendenti, insieme al diritto di libero sviluppo per tutte le minoranze nazionali o gruppi etnici, gettando le basi per la costituzione della Federazione Russa e, successivamente, dell’Unione Sovietica.

 

Le rivoluzioni proletarie, demolendo e distruggendo il vecchio ordinamento di sfruttamento capitalista, permettono al proletariato diventato classe dominante di instaurare la dittatura del proletariato che non è un semplice cambio di governo. Essa è la massima forma di democrazia possibile in una società divisa in classi, in quanto è la dittatura di tutta la classe sfruttata sulla borghesia, la dittatura della grande maggioranza su una esigua minoranza di sfruttatori.

Oggi assistiamo ad un acutizzarsi della lotta di classe a livello mondiale. In molte parti del mondo la classe operaia ed i popoli hanno ripreso a lottare per il socialismo, mentre altri popoli resistono alla barbarie imperialista, dando una speranza all’umanità.

 

In Italia la classe operaia non è ancora riuscita a darsi una organizzazione politica rivoluzionaria, i rivoluzionari sono frazionati, divisi in molte organizzazioni. I cosiddetti partiti “comunisti” - PCI, e successivamente il PRC, PdCI ecc. - si sono macchiati delle peggiori nefandezze, sostenendo persino le guerre imperialiste e gli interessi degli industriali contro quelli dei lavoratori fino a diventare i più ferrei difensori del liberismo e del sistema capitalista.

Noi siamo consapevoli che il proletariato è una classe che sa imparare dalle sue esperienze, sia dalle vittorie che dalle sconfitte del passato, e questo lo rende più forte in vista del prossimo “assalto al cielo”. Oggi ciò che manca è il Partito del proletariato che guidi le masse proletarie verso l’obiettivo del socialismo, rendendole consapevoli del loro ruolo storico: la liberazione dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

 

 

Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli”

Via Magenta 88, Sesto San Giovanni, mail: cip.mi@tiscali.it    

Web         http://ciptagarelli.jimdo.com/

 

                                                                                                                  Novembre 2010

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