FRANTZ FANON

Nelle strade di Atene con Frantz Fanon

di Omar Benderra (*)

 

E’ necessario ricordare dalla Grecia il 90° anniversario della nascita di Frantz Fanon. Il caso ha voluto che mi trovassi in questo paese in questa data e in queste circostanze. In questo paese dove, freddamente, si sta conducendo la società verso la miseria, il punto di vista di Fanon sui movimenti del mondo viene verificato implacabilmente.

 

Ai piedi del Partenone, questa Europa che si riveste di umanismo e dell’illuminismo che avrebbe inventato per dare luce al mondo, si rivela come la vide clinicamente Frantz Fanon nella sua brillante conclusione di I dannati della terra. Un’Europa il cui cuore è a Francoforte e la cui intera anima nel mercato bancario globalizzato.

 

Questa Europa che noi, quelli dei luoghi convenientemente chiamati allora Terzo Mondo, ritroviamo ancor oggi nei circoli infernali dei negoziatori del debito dei clubs di Londra e Parigi, di fronte ai criminali funzionari dei ministeri dell’Economia neocoloniali e ai loro volubili banchieri centrali o d’affari, e nelle “assemblee generali” degli eleganti truffatori  del FMI e della Banca Mondiale.

Questa Europa usuraia, bottegaia senz’anima, questa Europa che – con le parole dell’ex ministro dell’Economia greco Yanis Varufakis – butta una vuota occhiata sui poveri, sui diseredati, coloro che devono pagare per salvare i ricchi. Questa Europa dei tecnocrati servili e delle multinazionali finanziarie. L’Europa secondo Goldman Sachs, che generalizza la precarietà nello sviluppo logico della sua collusione con i borghesi senza patria, di destra e di sinistra, che hanno forgiato i suoi legami di soggezione con i mercati finanziari.

 

Fanon avrebbe compiuto 90 anni questo 20 luglio se il destino l’avesse voluto e nessuno sa cosa penserebbe del correttivo inflitto al popolo greco. Ma è più che ironico vedere l’arroganza dei comandi finanziari tedeschi (e dei loro ipocriti collaboratori) che schiacciano con furore un paese che fu la matrice, lontana e certo un poco orientale ma matrice riconosciuta, dell’Europa dei filosofi e della sua cultura.

Cosa penserebbe Fanon della fredda indifferenza degli altri popoli dell’Unione Europea? Avrebbe rinnegato quello che potentemente proclamava alla fine de I dannati della terra?

 

E’ crudelmente rivelatore osservare che i popoli d’Europa non mostrano molta empatia con i loro “fratelli” greci, il che mostra il carattere completamente artificiale di una costruzione antidemocratica basata sul profitto e sullo sfruttamento.

Ma la durezza inflessibile delle condizioni imposte ad Atene dovrebbe farli riflettere, perché oggi il laboratorio greco è il banco di prova delle medicine che domani imporranno al resto dell’Europa.

Fanon, con la sua lucidità chirurgica, scrisse anche questo: basta rileggere I dannati….

 

Ma, di fronte al potere del denaro e al cinismo dei seppellitori di speranze, bisogna celebrare il coraggio del popolo greco e la solidarietà dei popoli del Sud del mondo con i manifestanti di piazza Syntagma.

In effetti, nonostante la mancanza di solidarietà dei popoli del Nord sia fragorosa, il popolo greco non è solo. Coloro che hanno già conosciuto i programmi di tagli strutturali, le rinegoziazioni, le ristrutturazioni e persino le “ri-profilazioni” del debito – vocabolo popolarizzato in Algeria a fine anni ’80 ed inizio anni ’90 – non ignorano nulla delle sofferenze e delle privazioni sopportate dai greci.

L’Africa e l’America Latina conoscono per esperienza la religione dei mercato e gli evangelisti criminali dell’ultra-liberismo.

 

L’Europa dei mercati è un sordido vicolo cieco che sbocca nel muro cieco dei populismi volgari, ei nazionalismi criminali e nell’onnipotenza del dio denaro.

Più che mai l’Europa si ripiega sui fallimenti della sua storia, sino alla caricatura.

Pertanto .. si …in nome dell’umanesimo universale  e della fratellanza umana bisogna salvare questa Europa da se stessa come invita Fanon nella sua ultima raccomandazione: “Per l’Europa, per noi stessi e per l’umanità, compagni, bisogna cambiare la pelle, sviluppare un pensiero nuovo, cercare di creare un uomo nuovo”.

 

Nelle strade di Atene, con il popolo greco.

 

(*) Economista algerino, presidente della Fondazione Frantz Fanon. Negli anni 1989-1991 fu il responsabile della negoziazione del debito estero dell’Algeria.

da: rebelion.org; 28.7.2015

 

(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa proletaria “G.Tagarelli”

Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

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