Editoriale di "nuova unità"

Il capitalismo non ha problemi: è il problema

  

25 Aprile – 1° Maggio: due date significative per riflettere su come sconfiggere l’imperialismo, il capitalismo, il fascismo e l’opportunismo

 Siamo alla vigilia di due importanti date che nel tempo hanno perso il loro valore ma che sono e restano patrimonio di tutti i comunisti: il 25 Aprile e il 1° Maggio. Tenere viva la memoria sulla Resistenza e la vittoriosa Lotta partigiana contro il fascismo assume sempre più il significato di respingere tutti quei tentativi delle varie forze politiche – comprese quelle che ancora si definiscono di sinistra – di dare una svolta autoritaria al nostro Paese. I partigiani hanno combattuto a caro prezzo con sacrifici e con la vita per liberare l’Italia dall’occupazione nazista e dall’odioso dittatura fascista di Mussolini. Sia i partigiani comunisti che la classe operaia, con le sue battaglie e scioperi in fabbrica, hanno posto al centro l’aspirazione a liberarsi dall’oppressione e dalle ingiustizie sociali con una forte connotazione di classe orientata a cambiare verso una società socialista e laica verso l’internazionalismo proletario.

 

 

Il continuo lavorio in senso anticomunista del Vaticano – i cui effetti maggiori si sono visti nell’Europa dell’est -, il suo appoggio alla DC e alle forze di destra, il compromesso storico, la degenerazione revisionista del Pci e il collaborazionismo dei sindacati confederali - che hanno sacrificato gli interessi della classe operaia e delle masse popolari alle sorti del capitalismo imperialista italiano ed europeo -, il lungo periodo delle stragi di Stato, ci hanno portato ai nostri giorni. In questo periodo con il capitalismo al collasso le forze conservatrici impoveriscono, reprimono e annientano l’intera classe lavoratrice mentre nascono movimenti populisti presentati come novità, ma che non cambiano le cose. Anzi la loro politica anticapitalista e antistatalista ci riporta al fascismo movimento prima e al fascismo partito poi col potere del governo blindato da Mussolini con il maggioritario fino al fascismo regime tramite il presidenzialismo del “capo del governo”.

Si susseguono governi abusivi per proseguire le scelte economiche favorevoli al complesso industriale-militare, ai monopoli, alle banche, all’Fmi, nella sudditanza alla Nato, garanti delle missioni militari all’estero (dove anche i militari italiani sono addestrati alla tortura), nei rapporti internazionali. Ogni governo è fedele agli Usa e ad Israele, un legame rafforzato dal vertice Letta-Netanyahu dello scorso dicembre con la firma di 12 accordi di cooperazione economica e militare che sono rivolti ad opprimere il popolo palestinese. Sul piano politico ognuno garantisce l’affermazione dell’ideologia borghese in funzione anticomunista. E passano da una truffa all’altra. Da quella elettorale a quella dell’euro a quella del lavoro, compreso la propaganda delle quote rosa.

Anche l’antifascismo, quindi, viene manipolato non solo dalle sterili e convenzionali cerimonie delle istituzioni, ma nei fatti.

Con il metodo eversivo con il quali si sono insediati gli ultimi tre governi, larghe intese tra Pd, PdL e poi con la nuova destra di Alfano al servizio del Presidente della Repubblica - un disegno che stravolge persino la stessa Costituzione borghese -; con la negazione di un sistema elettorale proporzionale a vantaggio di un esagerato quanto ingiustificato premio di maggioranza; con il tentativo di evitare il conflitto di classe; con riforme del lavoro, elettorale e costituzionali (abolizione delle Province, del Senato, presidenzialismo): con la concessione ai gruppi fascisti di organizzarsi e manifestare. Con l’aspetto culturale utilizzando i mass media, pennivendoli e artisti compiacenti e facendo passare proposte di parlamentari fascisti per instaurare giornate del ricordo che in realtà utilizzano per denunciare i “crimini” comunisti e negare i veri crimini che le truppe mussoliniane hanno perpetuato in Slovenia e nell’ex Jugoslavia; con la criminalizzazione di chi si ribella a questo sistema come il movimento No Tav, no Muos, per la casa ecc.: con restrizioni (obbligo o divieto di dimora, foglio di via ecc), accuse di terrorismo e multe di centinaia di euro alle avanguardie delle lotte. Il tutto in nome della difesa della democrazia. Una fascistizzazione dello Stato a tutti gli effetti. Inciuci, parole e slogan superficiali e vuoti come quelli del governo Renzi – passato da rottamatore a riciclatore - si riflettono anche nel mondo del lavoro. Anche quest’anno il 1° Maggio, giornata internazionale dei lavoratori, non può essere una festa. La classe operaia è sotto un attacco inaudito, i capitalisti – sempre alla ricerca del massimo profitto – delocalizzano od optano per il settore finanziario e licenziano. Milioni di lavoratori si trovano in condizioni disperate e per tutta risposta il neogoverno Renzi propone il jobsact (in continuità con la legge Treu), ovvero il sistema per aumentare la precarietà nell’interesse del padronato, mentre i sindacati Confederali (che hanno persino favorito l’introduzione dell’Ugl nei posti di lavoro, il cui segretario è oggi accusato di furto) accettano ogni tipo di accordo che, oltre a continui compromessi sui contratti, approvano regole – come quelle sulla rappresentanza – un grave attacco alle libertà sindacali e del diritto di sciopero.

Disoccupazione, carovita, sfratti (40mila nel primo trimestre), tagli sui servizi (ma non sulle spese militari), privatizzazioni, aggressioni poliziesche contro gli operai, provvedimenti giudiziari a chi si ribella, criminalizzazione delle lotte, attacchi fascisti e razzisti, guerra: è ciò che offre il capitalismo.

In questa grave situazione tutte le forze politiche stanno sgomitando per affermarsi alle elezioni europee. E tutte ora cavalcano l’opinione che l’Europa va cambiata, va migliorata. Non c’è spazio di miglioramento nelle istituzioni borghesi siano italiane che europee. L’essenza dell’Unione europea è di carattere imperialista, reazionaria e guerrafondaia – il suo ruolo lo vediamo anche a fianco di Usa, Nato e gruppi neonazisti nei recenti scontri in Ucraina – nel sostegno diretto o indiretto nelle aggressioni militari in Libia, Mali, Siria. I suoi trattati di austerità, pareggio di bilancio, saccheggio della ricchezza prodotta dai lavoratori, delle direttive di intensificazione dello sfruttamento e di deindustrializzazione contro il movimento operaio e la libertà delle donne non sono modificabili con il voto. La storia insegna che la partecipazione della sinistra nei governi borghesi non ha impedito l’attacco del fascismo contro il proletariato.

Pensare di cambiare questa Europa, che mette sullo stesso piano nazismo e comunismo, affidandosi a Tsipras, estimatore della politica di Obama, è un consapevole inganno ai danni dei lavoratori.

No l’unità europea sarà tale solo quando i paesi europei saranno socialisti, quando l’Europa non sarà più in mano agli interessi del capitalismo, delle banche, degli accordi militari con la Nato né sottoposta ai ricatti della Casa Bianca.

Si può fare. Non è utopia respingere l’offensiva del capitale sia sul piano nazionale che europeo. Ci vuole l’unità d’azione della classe operaia, la classe antagonista al capitale. Bisogna rifiutare il disarmo ideologico imposto dai partiti revisionisti e socialdemocratici affinché il proletariato acquisti sempre più forza nella sua lotta contro la borghesia e crei le premesse per la sua definitiva emancipazione. Dalla crisi si esce solo abbattendo il capitalismo.

 

 

 

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