AUTORITARISMO EUROPEO

Per non dimenticare

Le radici dimenticate della deriva dell’Europa verso l’autoritarismo

di Yanis Varoufakis (*); da: rebelion.org; 7.9.2013

L’Europa è dilaniata da uno scontro titanico tra (a) la continua rabbia popolare contro le misantropiche politiche di austerità e b) l’impegno inamovibile delle nostre élites per una maggiore austerità.
Nessuno conosce il risultato di questo scontro salvo che, ovviamente, le probabilità non sembrano essere favorevoli ai buoni. Mentre seguiamo il corso di questa incertezza devastante, forse è utile fare una piccola prova di conoscenza. Così, cari lettrici e lettori, fatemi il favore di leggere le seguenti dieci citazioni e, mentre lo fate, cercate di immaginare chi ha pronunciato o scritto queste parole.

 

1) .. “Al di sopra e oltre il concetto di Stato-nazione, l’idea della nuova comunità trasformerà lo spazio vitale che è stato dato a tutti dalla Storia in un nuovo regno spirituale … La nuova Europa della solidarietà e della cooperazione tra tutti i popoli, un’Europa senza disoccupazione né crisi monetarie, (…) troverà un fondamento sicuro e una prosperità in rapido aumento una volta che siano state abbattute le frontiere economiche nazionali”.

 

2) “Ci deve essere una disposizione favorevole a subordinare gli interessi propri di ognuno, in alcuni casi, a quelli della Comunità Europea.”

 

3) “La soluzione dei problemi economici (…) con l’eventuale obiettivo di un’unione doganale europea e di un mercato libero europeo, un sistema di compensazione europeo e sistemi di cambi stabili in Europa, in vista di una unione monetaria europea”.

4) “I risultati dell’eccessivo nazionalismo e dello smembramento territoriale fanno parte dell’esperienza di tutti. L’unica speranza per la pace riposa in un processo che, da un lato, rispetti il patrimonio fondamentale inalienabile di ogni nazione e che, dall’altro, li moderi e li subordini ad una politica continentale (…) Una Unione Europea non può essere soggetta alle variazioni della politica interna caratteristiche dei regimi liberali”.

 

5) “Una nuova Europa: questa è la questione e questo il compito che abbiano davanti a noi. Questo non vuol dire che gli italiani, i tedeschi o il resto delle nazioni della famiglia europea debbano cambiare posto e giungere ad essere irriconoscibili per se stessi o gli uni agli altri, in un giorno o in un anno.
Sarà una nuova Europa, mediante la nuova ispirazione e il principio determinante, quella che scaturirà tra tutti questi popoli”. (…) “Il problema della gerarchia degli stati non si porrà. Almeno nella sua forma abituale, una volta che sia stata tagliata la testa del drago, cioè il concetto di sovranità statale. D’altra parte questo non deve avvenire direttamente, ma può essere realizzato indirettamente, ad esempio con la creazione di organismi interstatali che si occupino di determinati interessi comuni (i cambi, le comunicazioni, il commercio estero,
ecc.)”.

 

6) [questa è una citazione da un documento politico bene accolto, allora, che raccomanda la necessità di] “… presentare una soluzione confederale europea basata sulla libera cooperazione tra nazioni indipendenti[che sarebbe come risultato l’unità dell’Europa] su una base federale [e si
aggiunge per portare a termine un processo di federazione
] “tutto ciò che si chiede agli Stati europei è che siano membri leali e pro-Europa della comunità e collaborino volontariamente
nei loro compiti (…) L’obiettivo della cooperazione europea è promuovere la pace, la sicurezza e il benessere di tutti i popoli”.

 

7) “Bisogna creare un’Europa che non sprechi il suo sangue e la sua forza in conflitti intestini, ma che formi un’unità compatta. Così sarà più ricca, più forte e più civilizzata, e recupererà il suo antico posto nel mondo”. “Le tensioni nazionali e le gelosie meschine perderanno il loro senso in un’Europa organizzata liberamente su una base federale. Lo sviluppo politico mondiale consiste inevitabilmente nella formazione di ambiti politici ed economici più grandi”.

 

(8) “Non è molto intelligente immaginare che in una casa così gremita come quella dell’Europa una comunità di popoli possa mantenere differenti sistemi giuridici e differenti concezioni della legge per molto tempo”.

 

(9) “Secondo me il concetto che una nazione ha della sua libertà si deve armonizzare con i
fatti dell’attualità e con domande semplici relative all’efficienza e alle finalità (…) Il nostro unico requisito per gli stati europei è che siano membri sinceri ed entusiasti dell’Europa”.

 

 

10) “I popoli d’Europa capiscono sempre più che i grandi temi che ci dividono, paragonati a quelli che verranno e che si risolveranno tra i continenti, non sono altro che dispute familiari triviali.” (…) “In cinquant’anni gli europei non penseranno più in termini di paesi indipendenti”.

 

* * * 

Bene, ora che avete letto le citazioni, potete dare un’occhiata alla lista dei loro autori, che figura qui di seguito.

Per non venire mal interpretato, permettetemi di affermare categoricamente che il proposito della scelta di queste citazioni non è quello di dare e intendere che l?unione Europea creata dopo la 2° Guerra Mondiale fu fondata su principi nazi-fascisti. E non si tratta di insinuare che la Germania di oggi abbia similitudini con la Germania
di Hitler.

 

No, la ragione per aver scelto queste citazioni è che noi europei abbiamo l’obbligo morale di dissipare la pericolosa illusione che l’idea di una Unione Europea in cui i nazionalismi e lo Stato-nazione possano dissolversi poco a poco fu un’impresa che dobbiamo capire come il polo opposto dei progetti elaborati dai trafficanti di guerra autocratici,misantropi, razzisti e inumani che guadagnarono la fama grazie alla crisi europea mediata dalla guerra.

Come dimostrano le citazioni precedenti (per poco sinceri siano stati i loro autori), la nozione di una Confederazione Europea o anche di una Federazione non è, in se stessa, incompatibile con ciò che i nazisti avevano in mente. La lezione che ne deriva
non è che l’Unione Europea sia totalitaria per sua natura ma che, invece, non è incompatibile con il totalitarismo e, quindi, che l’attuale deficit democratico che cresce ad ogni svolta dell’austerità è un cattivo presagio per i democratici d’Europa.

 

Riassumendo, una quantità di mali possono nascondersi dietro il velo ideologico di un’integrazione europea fatta dall’alto verso il basso, specialmente quando la si porta a termine nel mezzo (o anche per mezzo) di una recessione asimmetrica e feroce. Quindi scrivo questo post di oggi come europeista che desidera immaginare l’Europa come la nostra casa comune, mentre contemporaneamente ha paura che l’Europa scivoli verso un autoritarismo insopportabile che minaccia di trasformare la nostra casa comune in un campo di concentramento condiviso.

Note:

[ 1 ] Arthus Seyss–Inquart, ministro della Sicurezza e dell’Interno nel governo nazista successivo all’annessione (Anschluss) dell’Austria nel 1938, e più tardi Prefetto dei Pasi Bassi occupati. QQuesto frammento fa parte di un discorso ai suoi sudditi olandesi.

[ 2 ] Walther Funk, ministro delle Finanze del governo di Hitler nel 1942.

[ 3 ] Memorandum della Cancelleria del Reich, del 9 luglio 1940, firmato da Hermann Goering.

[ 4 ] Alberto de Stefani, ministro delle Finanze del governo di Mussolini nel 1941.

[ 5 ] Camillo Pellizi, editore di Civilita Fascista , in un articolo intitolato “L’idea di Europa”.

[ 6 ] Cicile von Renthe–Fink, ufficiale nazista, diplomatico e ministro nel 1943.

[ 7 ] Vidkun Quisling, collaboratore nazista norvegese, “primo ministro” della Norvegia occupata, 1942.

[ 8 ] Adolph Hitler, in un discorso al Reichstag nel 1936.

[ 9 ] Joseph Goebbels, nel 1940.

[ 10 ]
Joseph Goebbels, nel 1942.

 

(*) Professore di Teoria Economica all’Università di Atene. E’ autore del libro “Il Minotauro globale”.



(traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Via Magenta 88, Sesto S.Giovanni)

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Commenti: 2
  • #1

    vaturu (mercoledì, 11 settembre 2013 19:23)

    .. non so fino a che punto le élite si scontrino fra loro a favore del popolo; credo che queste élite dentro i parlamenti siano al servizio invece de trust bancari commerciali e finanziari mondiali, quell1% di cui abbiamo molto parlato ma che forse non abbiamo ancora capito che per batterlo bisogna fare politiche sociali; l'esatto contrario della loro purtroppo accettata ideologia dai politicanti di dx e sx che seguono lo stampo liberista .. ecco noi 99% come dovremmo fare a liberarci , proponendo la nazionalizzazione delle banche , porre delle dogane per le merci e fare moneta sovrana.

  • #2

    omen (sabato, 14 settembre 2013 14:25)

    fake , fake, fake. Ridicoli!

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