KOSOVO: I LIBERATORI ASSASSINI

Kosovo

I liberatori che abbiamo appoggiato erano trafficanti di organi

di Pascual Serrano – da: rebelion.org, 12 aprile 2911

 

In molte occasioni l’opinione pubblica non segue gli sviluppi di alcuni grandi fatti e resta senza sapere cosa è successo anni dopo rispetto a conflitti o eventi che erano precedentemente di attualità. In alcuni casi si tratta di faccende particolarmente gravi perché, allora, significarono la partecipazione dei nostri paesi a conflitti bellici e il passare del tempo permette di capire dove si è arrivati e com’è la parte che abbiamo appoggiato militarmente. Ad esempio nel 1991 le grandi potenze occidentali, guidate dalla NATO, iniziarono una guerra per liberare il Kuwait dall’invasione di Saddam Hussein. Dato che era stata violata la sovranità di uno Stato, non c’era bisogno di appellarsi alla difesa della democrazia e dei diritti umani. Se questi fossero stati importanti, dovrebbe essere motivo di preoccupazione la complicità di quei liberatori con il regime dittatoriale che oggi soffrono i cittadini del Kuwait. Laggiù i partiti politici sono proibiti. Fino allo scorso ottobre le donne dovevano avere il permesso dei mariti per richiedere il passaporto. Secondo l’ultimo rapporto annuale di Amnesty International, lo sfruttamento e gli abusi sugli immigrati sono molto frequenti, soprattutto sulle donne impiegate come domestiche. Vige la pena di morte e tre persone sono state condannate l’anno scorso: l’esecuzione dipende dalla grazia dell’emiro del Kuwait, padrone della vita di queste persone.

Ora un drammatico reportage del giornale El Paìs del 10 aprile racconta il funzionamento di una rete di traffico di organi strappati ai prigionieri serbi dai guerriglieri del Kossovo: in totale si stima che questa rete sia costata la vita dalle 100 alle 300 persone. Si tratta della guerriglia che la NATO appoggiava nel suo scontro con la Serbia durante la guerra in Yugoslavia. Secondo un rapporto del Consiglio Europeo, l’organo che tutela i diritti umani nel continente, non appena terminata la guerra in Kossovo che aveva dato la vittoria all’UCK (Esercito di Liberazione Kossovaro) grazie all’Alleanza Atlantica, si sviluppò un mostruoso affare di traffico di organi diretto dai dirigenti della guerriglia. L’autore del rapporto, il senatore ed ex giudice svizzero Dick Marty, accusa anche l’attuale premier kosovaro di essere uno dei massimi responsabili della delinquenza organizzata. Secondo il reportage di El Paìs, “la rete controllava tutto: trasporto dei prigionieri attraverso la frontiera con l’Albania, allora satura e incontrollabile; case di accoglienza che non suscitassero sospetto nella popolazione; equipe medica mercenaria, autisti e guardiani, oltre i necessari controlli internazionali”. Secondo il rapporto, era in Albania che l’UCK aveva una clinica segreta dove venivano estirpati gli organi vitali dei prigionieri serbi, che arrivavano vivi e venivano eliminati con un semplice sparo alla testa quando il cliente, in una capitale straniera, era pronto per riceverli.

 

Il portavoce, e procuratore aggiunto, del Tribunale serbo per i Crimini di Guerra, Bruno Vekaric, sostiene – secondo quanto dice El Paìs – che gli organi preparati per la commercializzazione erano trasportati in elicottero nella capitale albanese e da lì a Istambul. “Ai prigionieri si toglievano i reni, il cuore, tutto ciò che era utile per il traffico. Abbiamo la lista dei prezzi in marchi tedeschi. Un cuore valeva 80.000 marchi, un rene la metà” dice il procuratore.

 

Già nel novembre 2003 i funzionari dell’Amministrazione Provvisoria delle Nazioni Unite in Kosovo (Minuk) redassero un rapporto di 30 pagine classificato segreto e inviato al Tribunale Penale Internazionale per la Yugoslavia (TPIY). Tale rapporto è filtrato in febbraio e contiene testimonianze da brivido di otto guerriglieri dell’UCK che dicono di aver partecipato all’affare del traffico d’organi. Nel 2008, l’ex procuratore del TPIY, Carla del Ponte, svela gravi indizi sullo scandalo nel suo libro La Caccia. Niente di tutto ciò è stato giudicato dal tribunale per la ex Yugoslavia perché la sua competenza si limitava al periodo tra il 1991 e il 1999. A partire da questa data i vincitori, amici della NATO, sono alla guida del paese e i tribunali internazionali spengono i loro fuochi per lasciarli lavorare impunemente. L’ufficio della pubblica accusa serba ha chiesto che un tribunale internazionale indipendente si occupi del caso, ma questo è stato vietato dagli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Sembra che i tribunali internazionali servano solo per giudicare i serbi; gli imputati albanesi/kossovari che qualche volta si sono seduti sul banco degli imputati - spiega El Paìs – sono liberi per mancanza di prove. In ogni caso non si sono presentati neppure uno dei quaranta testimoni citati dall’inchiesta di polizia, tra le altre ragioni perché alcuni sono stati assassinati.

 

Questa storia criminale non è estranea ai governi occidentali. Sono questi governi quelli che hanno finanziato e bombardato la Yugoslavia per difendere e portare al potere i guerriglieri e i capi che, secondo il rapporto del Consiglio d’Europa, hanno assassinato prigionieri per farli a pezzi e vendere i loro organi all’asta tra clienti solventi dei paesi ricchi. Tutto questo l’hanno fatto con la complicità di influenze e reti internazionali, e l’impunità che dava loro l’assenza di tribunali che, mentre allora giudicavano con rigore i serbi, si mostrarono successivamente assenti quando si trattava di giudicare quelli che vendevano i loro organi dopo averli assassinati.

 

Così sono le democrazie e i diritti umani che la NATO, gli Stati Uniti e l’Europa spargono nelle loro guerre per il mondo.

 

(traduzione di Daniela Trollio

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

Via Magenta 88 – Sesto S.Giovanni (MI)

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Commenti: 1
  • #1

    renzo (venerdì, 16 settembre 2011 20:41)

    C'è molta gente che la pensa come voi, sappiamo tutti quale falsa organizzazione è la nato e chi la comanda. Ai popoli dovrebbero essere fornite più informazioni per conoscere il numero di morti che ha causato la guerra a senso unico fatta alla Serbia.

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